domenica 26 dicembre 2010

MA COME SI FA A PRENDERE CERTE CANTONATE!!! - VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!

Mi proponevo di non scendere in dettagli tecnici ma non posso farne a meno.

Dovendo lavorare per portare qualcosa di caldo in tavola non sempre si riesce a informarsi direttamente delle cose che accadono e spesso ci si appoggia su chi dovrebbe invece per mestiere e compiti specifici fare questo lavoro certosino e informare gli altri.

Ho letto l’avviso che il comune di Castellammare ha emanato, per iniziativa dell’Assessore all'urbanistica, in materia di approvazione del Piano Paesistico, di cui riporto uno stralcio:

“«Il piano pubblicato disciplina l’intero territorio comunale –spiega l’assessore all’Urbanistica, Marilena Barbara- sia le zone già sottoposte a vincolo della Soprintendenza, che le aree fino ad oggi escluse, stabilendo criteri che ne vincolano l’attività edilizia, indipendentemente dalla destinazione urbanistica attribuita dal piano regolatore generale. ……….”

Sono rimasto sconcertato e irratissimo per il fatto che i nostri Amministratori si fossero fatti buggerare in un modo così tragico senza reagire, a caldo ho scritto il precedente articolo ma poi, calmandomi e prima di accettare tale interpretazione, ho deciso di leggere attentamente i contenuti del Decreto con risultati STRABILIANTI.

In tale Decreto non esiste nessuna imposizione (se non dei semplici, sia pur pericolosi indirizzi programmatici e pianificatori) sulle zone che non erano gravate dal vincolo della Soprintendenza.

Tale affermazione non deriva da alcuna particolare masturbazione mentale del sottoscritto, ma solo dalla lettura dell’art. 3 (efficacia) delle Norme di attuazione del Piano Paesistico così come modificato dal Decreto di approvazione del 20 settembre 2010.

La cosa strana è che il comune di Castellammare del Golfo aveva presentato questa opposizione lamentandone la consequenziale confusione nell’applicabilità dell’art. 4 dello stesso regolamento, ma poi non si è curato di accertarsi che tale opposizione aveva trovato accoglimento e che quindi il decreto di approvazione aveva rimodulato l’art. 3 ridando al comma 2 dello stesso il significato che doveva avere fin dal principio.

In poche parole, il comma 2 dell’art. 3 del Regolamento di Attuazione del Piano Paesistico di Ambito 1 recita (riporto in rosso le parti aggiunte o sostituite):

“ Gli indirizzi programmatici e pianificatori hanno valore di conoscenza e di orientamento per la pianificazione provinciale e locale; le direttive e prescrizioni dovranno essere assunti come riferimento prioritario per la pianificazione provinciale e locale che dovrà adeguarsi alle previsioni del Piano Paesistico, apportando agli strumenti urbanistici le modifiche necessarie per renderli coerenti e rispondenti al P.T.P., entro 18 mesi dalla data di pubblicazione sulla G.U.R.S. del decreto di approvazione del presente Piano, ai sensi dell’art. 145, comma 4, del codice.”

Naturalmente per capire il significato del comma bisogna avere prima acquisito in significato di:
- Indirizzi programmatici e pianificatori
- direttive
- prescrizioni
dettagliatamente definiti nel primo comma dello stesso art. 3 che riporto:


Art. 3 - (Efficacia)

1. Il piano articola la normativa in indirizzi programmatici,direttive e prescrizioni:

indirizzi programmatici e pianificatori, definiscono gli indirizzinecessari per assicurare il onseguimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione del paesaggio e dei beni culturali ed ambientali e della loro corretta fruizione; interessano paesaggi meritevoli di tutela ma non vincolati; costituiscono una precisa indicazione per le politiche dell’Assessorato regionale per i beni culturali e ambientali.
Hanno valore di conoscenza e di orientamento per la programmazione economica, per la pianificazione territoriale provinciale e per la pianificazione urbanistica comunale;

direttive, riguardano paesaggi sottoposti a vincolo ai sensi e per gli effetti degli artt. 136 e 142 del codice; hanno una ricaduta cogente sulle politiche territoriali e sugli strumenti urbanistici e costituiscono variante agli stessi. Hanno effetti diretti sulla pianificazione provinciale e locale, generale e settoriale, sui progetti, piani o programmi sottoposti ad approvazione dell’Amministrazione per i beni culturali e ambientali. La coerenza con tali direttive e l’osservanza delle prescrizioni costituiscono condizioni necessarie per il successivo rilascio delle approvazioni o nulla osta previsti dalla legge, sia tramite procedure ordinarie che nell’ambito di procedure speciali (conferenze di servizi, accordi di programma e simili);

prescrizioni, costituiscono norme vincolanti per quegli elementi o categorie di beni ricadenti in aree vincolate ai sensi degli artt. 136 e 142 del codice e individuati nelle tavole di analisi in base
alle loro caratteristiche distintive e nella tav. 2 di piano (Componenti del paesaggio).

MA COME SI FA A PRENDERE CERTE CANTONATE !!!!!!!!!!!!!!

L’ART. 2 del Decreto afferma che :

...... il territorio dell’ambito 1 è sottoposto a normativa d’uso e di valorizzazione ambientale, ....

Certo!!

Ma precisa pure secondo le disposizioni di detto Piano.

MA IN CHE MANI SIAMO ??????

MA CHE POPOLO SIAMO ?????

MA CHE SINDACO ABBIAMO ?????????

giovedì 23 dicembre 2010

IL MIO PIU' VIVO CORDOGLIO PER LA DEFINITIVA MORTE DELL'ECONOMIA CASTELLAMMARESE.

Con la pessima gestione dell'iter del "Piano Paesaggistico dell'ambito 1" abbiamo accettato l'imposizione della pietra tombale sulla nostra già misera economia.
La confusione regna sovrana fra tecnici privati, pubblici e aministratori. Sappiamo dire cosa si doveva fare solo dopo che le cose sono accadute e non possono più essere riparate.

Non mi va di scendere nei dettagli tecnici anche perché annoiano il lettore, ma cominciate a piangere ormai il malato è praticamente morto sotto l'ultima staffilata insensata.

Non vi fate ingannare dall'altisonanza dell'aggettivo "Paesaggistico" è solo un contenitore di caz.....te che vogliono celare l'incapacità progettuale delle varie dirigenze chiamate ad attuare misure calate dall'alto senza che nessuno gli chiarisca i contenuti tangibili. Si fa filosofia allo stato puro nell'incuranza generale. Si continuano ad imporre vincoli alla proprietà privata e alla libertà di ciascuno senza che la collettività ne riceva un vantaggio misurabile.

(Democrazia è sacrificio dei diritti del singolo per il bene della collettività)

Qualcuno (che non voglia fare pura demagogia) vuole provare a dare un senso a questa valanga di vincoli su vincoli. Si dica chiaramente che nessuno deve più posare un mattone e risparmieremo un sacco di stipendi di burocrati ormai ridotti esclusivamente a vietare le cose che non sono state già vietate dalla enorme mole di normativa conflittuale, ripetitiva e in contradizione.

Cosa racconteremo ai nostri nipoti? C'era una volta un sindaco cattivo? No ci vuole ben altro che un sindaco cattivo per ottenere un risultato così dirompente.


MDB

giovedì 21 ottobre 2010

POPOLO SOVRAAANOOOOO!!!!!!!

Oggi ho accompagnato i miei alunni al cinema nell'ambito del progetto didattico trasversale Cittadinanza e Costituzione
E' stato proiettato il film-documentario Niente Paura con il cantante Luciano Ligabue. Un film che qualche riflessione la offre, tanto che mi è venuta la voglia di rileggermi la Costituzione Italiana e riflettere sul fatto che la prima legge dello stato è ormai ridotta alla prima grande bugia dello stato Italiano.

La Costituzione della Repubblica italiana è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 298, edizione straordinaria, del 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948.

Art. 1.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.


Poche parole ma di una chiarezza impressionente. Oggi le leggi producono fiume di parole che dicono tutto e il contrario di tutto e servono a gettare fumo negli occhi.

Cioè l'Italia deve essere fondata sul lavoro di ciascuno secondo la propria capacità non in funzione dei favoritismi, delle amicizie e del malaffare. Tutti i cittadini dovrebbero avere le stesse opportunità ed è chiaro che ciascuno produrrà in funzione di quanto vale. Eguaglianza non vuol dire tutto a tutti ma stesse opportunità per tutti.

Ma la cosa veramente dimenticata e non esercitata da tutti è la seconda frase. La sovranità appartiene al popolo. Ma quando ci è consentito di esercitarla? Se il cittadino può sceglersi un candidato da votare solo in una rosa di nomi proposti da chi detiene il potere politico (sia di maggioranza che di opposizione), dove sta la mia Sovranità?
Pensateci. Siamo sovrani di cosa? Le deleghe non possono essere in bianco, acritiche, approsimative, irrevocabili.

Personalmente mi viene da esclamare:
- POPOLO SOVRAAANOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (quello che viene dopo lo lascio alla vostra immaginazione).

mercoledì 20 ottobre 2010

MA CHE BIRICHINI!!!! - 498 Pagliacci in parlamento.


Il deputato Borghesi, eroe per caso Voleva che i parlamentari fossero uguali ai cittadini Ignorato dalla Camera e dalla stampa

Il 21 settembre 2010 il deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Indovinate un po' come è andata a finire...

Presenti525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261

Hanno votato sì 22
Hannovotato no 498).

Si sa, l'Italia spesso va così. Si parla tanto di tagli ai costi della politica ma appena i deputati si vedono sottrarre soldi dalle proprie tasche i valori e gli ideali vanno a farsi benedire.

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera:

- Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’ INPS ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.

venerdì 17 settembre 2010

LA MIA PROTESTA DI CITTADINO.

In aggiunta alle azioni ufficiali di opposizione già presentate all'amministrazione, ho voluto rivolgermi direttamente al sindaco come semplice cittadino inserendo un commento sul suo blog nella pagina Comunicato stampa del 3 agosto 2010 .
La riporto di seguito per chi non frequenta quelle zone.

.............................

Signor Sindaco
In questo mio intervento non voglio citare articoli e commi, voglio spogliarmi della mia veste di libero professionista e rivolgermi a lei da ipotetico cittadino qualsiasi, le opposizioni legali le ho fatte in opportuna sede.
Perché vuole espropriarmi di diritti acquisiti per legge in tanti anni? Non permetta che al danno venga aggiunta la beffa.
Prima potevo organizzarmi la vita in modo più consono alle mie condizioni economiche, potevo decidere che era tempo di pensare a costruirmi una casa e quindi di rivolgermi ad un professionista per predisporre il progetto, sapevo che ci voleva del tempo fra Comune, Soprintendenza, Genio Civile ma questo faceva parte del mio programma; pagando il progettista, il geologo, il Calcolista e gli oneri concessori non è che rimaneva tanto per cominciare a costruire anche perché se ritiravo la concessione avevo solo un anno per cominciare e poi tre anni per completare le opere. Si, al Nord è normale ma da noi no. Da noi, da sempre, una casa si è costruita in tempi notevolmente più lunghi. Ma la legge non mi impediva di aspettare il tempo che mi faceva comodo per ritirare la concessione edilizia d'altronde non facevo danno a nessuno, tanto meno all’amministrazione, e al massimo rischiavo di dover ripetere l’esame della C.C.E. se nel frattempo fosse cambiata qualche norma.
Quel lasso di tempo era un polmone importante.
Lo so, non tutti vogliono allungare i tempi, ci sono quelli che hanno soldi e fretta e allora il buon governo regionale nel lontano 1994 decideva di dare una opportunità (non un obbligo) al cittadino che aveva fretta dandogli la possibilità di avvalersi del silenzio assenso; in pratica, solo nel caso in cui avesse deciso di avvalersene presentava la sua bella perizia giurata, il pagamento degli oneri concessori ed andava a costruire sotto la sua responsabilità.
Appunto, sotto la sua totale responsabilità e si sa per costruire in questo comune bisogna saper leggere le leggi nazionali, intersecate con quelle regionali, intercalate con i regolamenti locali e le norme di attuazione, farcite da centinaia di circolari, pareri DRU e sentenze di TAR e Cassazione. E allora qualche timore di dover demolire tutto dopo aver finito può venire e quindi rifletto : - perché devo avvalermi del silenzio assenso? Io voglio la sicurezza che tutti siano convinti del mio progetto, voglio una concessione rilasciata dall’amministrazione competente, aspetterò un tempo maggiore ma vado a costruire in serenità.-
Ad un tratto mi sento dire che la mia pratica è stata archiviata perché io non ho cominciato i lavori entro un anno dai 120 giorni dalla presentazione. Prima mi dite di pazientare, di essere comprensivo e poi mi si viene a dire che la mia pratica è troppo vecchia e viene archiviata senza nemmeno guardarla e con l’assurda motivazione che SI PRESUME CHE DOPO TANTO TEMPO IL CITTADINO ABBIA PERSO L’INTERESSE ALLA PRATICA!!!!
Si resta basiti di fronte a tanta mancanza di rispetto per un popolo che sperava di aver trovato il condottiero coraggioso, inflessibile e giusto per riappropriarsi della propria città e dei diritti civili.
Eppure questa possibilità mi viene ora negata. Da questo momento la stragrande maggioranza delle concessioni edilizie, in base alle disposizione emanate con la Determinazione U.T. n. 1354 e vista la solita carenza di personale, saranno rilasciate tutte con il silenzio assenso e a questo punto, in base al ragionamento riportato nella determina sopra citata, ci sarebbe un fantomatico obbligo di cominciare entro l’anno a pena di decadenza del titolo. Mi viene di fatto espropriato il diritto che avevo fino a ieri di aspettare un congruo lasso di tempo per ritirare la concessione. Nessuna norma obbliga il ritiro immediato, anzi prevede questo caso dando la precisa e scontata indicazione che nelle more del ritiro un eventuale cambiamento di norme rende necessario il riesame da parte del C.C.E.
Vedrà se non sarà così.
Io non riesco a capire perché ha voluto fare il Sindaco. Detesta i cittadini che per lei sono tutti mafiosi o collusi, non attua la trasparenza tanto sbandierata durante i comizi, non si occupa della ordinaria ingiustizia assumendo atteggiamenti da Duce con la scusa che siamo in emergenza e quindi vanno prese decisioni impopolari. Ma ha mai considerato che l’unico fine dell’amministrazione è il benessere e la protezione dei cittadini? Non ci vuole solo repressione ma questa deve essere finalizzata esclusivamente ad un ritorno di benessere sociale che continuiamo ad aspettare mentre ci sentiamo repressi e siamo prevaricati da una burocrazia che non riesce nemmeno ad amministrare se stessa.

lunedì 6 settembre 2010

LA MIA SECONDA OPPOSIZIONE ALLA DETERMINA U.T. n. 1354

Pubblico la mia seconda opposizione nella speranza che qualche collega, convinto dalle argomentazioni esposte, si decida a scendere in campo presentando la sua opposizioni in difesa dei propri clienti che stanno per essere fortemente ed illegalmente danneggiati da una decisione ingiusta ed illegale perchè ritengo che lo debbano ai propri clienti ma più ancora alla loro serietà di tecnici liberi professionisti.

La cosa veramente abberrante è che da questo momento in poi l'unico modo per avere una concessione edilizia sarà quello del silenzio assenso con l'obbligo di cominciare entro un anno e finire entro i successivi tre anni.

Il cittadino viene espropriato del suo diritto di decidere se avvalersi oppure no di questa prerogativa e non potrà più godere del beneficio di attendere a suo piacimento il momento di ritirare la concessione edilizia. Ora l'amministrazione si vuole arrogare il diritto di imporre al cittadino, senza nessun riferimento normativo, tempi di ritiro della concessione quando la legge invece gli da la possibilità di decidere della propria vita in modo più sereno ed organizzato.

Da questo momento dopo i 120 giorni passerà un anno e poi tutto cadrà nella monnezza.

Ma per quale motivo? Quale danno provoca il cittadino all'amministrazione se ha bisogno di un poco di tempo per risanare le sue economie? Quale vantaggio ricava l'amministrazione a far decadere le concessioni edilizie che il cittadino non ha chiesto di avere rilasciate?

La Democrazia prevede che venga sacrificato l'interesse del singolo quando è prevalente quello pubblico, ma io non vedo quale sia l'interesse pubblico nel dichiarare decadute le concessioni.

La legge impone soltanto al cittadino di cominciare entro l'anno dal rilascio della concessione ma prima può aspettare quanto vuole.

E QUESTO E' UN GRANDISSIMO VANTAGGIO CHE NESSUNO PUO' TOGLIERGLI.

MI RACCOMANDO CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI, CONTINUATE A NON ESISTERE, NON FATE RUMORE ..... no gridate,.. che il bimbo dorme! (no grites que los ninos duermen)

RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!!!

Riporto il testo della mia seconda opposizione.

...................................................
Di Benedetto Martino – via Selinunte n. 20 – 91014 – Castellammare del Golfo (TP).
AL SIGN. SINDACO DEL COMUNE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

Oggetto: Opposizione alla Determinazione del Responsabile del IV settore – Reg. Gen. N. 1354 del 26/08/2010.

Il sottoscritto Ing. Di Benedetto Martino, nato a Castellammare del Golfo il 28/10/53 ed ivi residente, con studio in via Selinunte n. 20, nella qualità di libero professionista operante in questo comune e in difesa degli interessi dei propri clienti, facendo seguito alla opposizione già presentata in data 3 sett. 2010 tramite PEC, integra la sopra detta opposizione alla Determinazione in oggetto per i seguenti motivi:

1- A pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:

Considerato che il decorso del termine di 120 giorni dalla presentazione dell’istanza o dalla data di integrazione della documentazione eventualmente richiesta, senza che il Comune abbia provveduto a concludere il procedimento con il rilascio o il diniego di concessione edilizia, comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso;

In merito si ritiene che il silenzio assenso non si sia mai formato e quindi non possa essere considerato decorso il termine annuale per l’inizio dei lavori per i seguenti motivi:

- il decorso del termine di 120 giorni, a norma del comma 5 dell’art. 2 della L.R. n. 17/94 deve essere dimostrato perentoriamente dal richiedente con le modalità di cui al comma 2 dello stesso articolo in quanto tale attestato è l’unico documento valido, nei confronti di terzi, per affermare il sicuro decorso del termine, il contenuto documentale, il numero di protocollo, l’oggetto della pratica edilizia e quant’altro possa identificare in modo certo la pratica stessa.
Ne consegue che le pratiche giacenti presso l’U.T. non possono essere considerate decadute, oltre che per i motivi contestati con la precedente opposizione, anche per il fatto che i richiedenti non sono mai venuto in possesso della “Certificazione di ricevimento” che gli avrebbe permesso di potere eventualmente godere del silenzio assenso.

I due commi in questione recitano:

2. L' ufficio comunale competente, all' atto della presentazione
della domanda di concessione edilizia, rilascia
una certificazione di ricevimento, comunicando
all' interessato il nome del responsabile del procedimento
.

5. La domanda di concessione edilizia si intende
accolta qualora entro centoventi giorni dal ricevimento
dell' istanza, attestato con le modalità di cui al comma
2, non venga comunicato all' interessato il provvedimento
motivato di diniego.
Rimanendo in attesa di vostro cortese riscontro
.

Castellammare del Golfo 06/09/2010
Distinti saluti
Ing. Martino Di Benedetto

venerdì 3 settembre 2010

LA MIA OPPOSIZIONE ALLA DETERMINAZIONE N. 1354 DEL RESPONSABILE U.T.

FACENDO SEGUITO AL MIO INTERVENTO PRECEDENTE

La mia nota di opposizione alla Determinazione 1354 l'ho spedita tramite PEC (Posta elettronica certificata. Quella del Ministro Brunetta vah!) voglio vedere se il nostro comune è tecnologicamente avanzato.

Brunetta dice che vale come una Raccomandata con ricevuta di ritorno a gratis!

Questo il testo della mia opposizione, per i non addetti ai lavori è palloso ma per quelli dell'ambiente potrebbe essere motivo di riflessione.

------------------------------------------

Di Benedetto Martino – via Selinunte n. 20 – 91014 – Castellammare del Golfo (TP).
AL SIGN. SINDACO DEL COMUNE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO


Oggetto: Opposizione alla Determinazione del Responsabile del IV settore – Reg. Gen. N. 1354 del 26/08/2010.


Il sottoscritto Ing. Di Benedetto Martino, nato a Castellammare del Golfo il 28/10/53 ed ivi residente, con studio in via Selinunte n. 20, nella qualità di libero professionista operante in questo comune e in difesa degli interessi dei propri clienti presenta opposizione alla Determinazione in oggetto per i seguenti motivi:


1- A pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:

-Considerato che il decorso del termine di 120 giorni dalla presentazione dell’istanza o dalla data di integrazione della documentazione eventualmente richiesta, senza che il Comune abbia provveduto a concludere il procedimento con il rilascio o il diniego di concessione edilizia, comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso;


In merito si ritiene:
- che il decorso del termine di 120 giorni, a norma del comma 5 dell’art. 2 della L.R. n. 17/94 non comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso ma solo l’accoglimento della domanda ; per formarsi la Concessione Edilizia assentita occorre che il richiedente si attivi per dichiarare esplicitamente di volersi avvalere del silenzio assenso presentando la perizia di cui al comma 7 della stessa legge senza la quale il procedimento per considerare la concessione rilasciata non si perfeziona e quindi in mancanza di tale produzione documentale esiste solo un parere favorevole per silenzio assenso ma non una concessione edilizia che farebbe decorrere l’anno che determina la decadenza della stessa in mancanza della dichiarazione di apertura dei lavori. La posizione del richiedente, al decorso dei 120 giorni, sarebbe quella equiparabile a chi ha ricevuto comunicazione di parere favorevole della C.C.E. e non esiste alcuna norma che stabilisca un periodo di tempo entro il quale il richiedente debba attivarsi per il ritiro della concessione essendo questi sottoposto alla sola condizione che nel caso di variazioni normative che interessino il progetto esso debba essere nuovamente sottoposto al parere della C.C.E.

Il comma 6 della LR 17/94 recita:
“6. Il titolare della concessione edilizia assentita con le modalità di cui al comma 5 può iniziare i lavori dandone comunicazione al sindaco, previo versamento al Comune degli oneri concessori, calcolati in via provvisoria in base alla perizia di cui al comma 7, e salvo conguaglio,
sulla base delle determinazioni degli uffici comunali.”
Se ne deduce che il richiedente può e non deve iniziare i lavori e che il mancato perfezionamento della procedura prevista dal più volte citato art. 2 comporta che non si possa considerare rilasciata la concessione assentita per silenzio assenso e quindi non si possa invocarne la sua decadenza col decorso dell’anno di inattività in quanto essa non è mai nata.

2- Sempre a pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:
Accertato che, a fronte di un considerevole numero di pratiche esaminate con esito favorevole sia dalla Commissione Edilizia che dall'ufficio negli anni dal 2004 al 2009, solo il 56% delle istanze sono state definite con il rilascio della concessione edilizia, a riprova del sopravvenuto disinteresse da parte dei richiedenti i quali, dopo avere attivato il procedimento di rilascio di un titolo abilitativo oneroso, non hanno ritenuto di perfezionare le pratiche attraverso la produzione dei documenti ed il pagamento degli oneri richiesti, per sopravvenute ragioni (personali, economiche, ecc.) che hanno determinato, di fatto, una “momentanea” archiviazione della pratica per un periodo anche molto lungo;

Si ritiene che:
L’accertamento può riguardare il dato oggettivo della percentuale di pareri positivi da parte della C.C.E. rispetto alle concessioni rilasciate ma non è assolutamente automatico che questo derivi da “sopravvenuto disinteresse”, ma visto le difficoltà dell’ufficio potrebbe anche derivare da procedure non attivate dallo stesso nonostante ripetuti solleciti da parte dei richiedenti e dei loro tecnici, oppure deriva dal fatto precedentemente accennato che non esiste una normativa che obblighi il cittadino a ritirare la concessione entro un lasso di tempo prestabilito. Preciso che il sottoscritto per tutte le pratiche che lo riguardano ha sempre ripetutamente richiesto il rilascio del titolo abilitativo senza ottenere risultati. Ritengo che il ” sopravvenuto disinteresse” debba essere dimostrato per ciascuna pratica anche mediante il silenzio dei richiedenti in risposta ad un avviso pubblico in quanto il cittadino ha speso somme rilevanti per presentare l’istanza.


3- a pag. 2 della Determinazione in oggetto si afferma:
Considerato che una iniziativa in tal senso può ragionevolmente incontrare il favore sia dei tecnici che dei cittadini i quali si troverebbero nelle condizioni di ricevere dall’Amministrazione la garanzia di ottenere il provvedimento esplicito entro 120 giorni dalla presentazione della nuova istanza, fermo restando ovviamente che il progetto, presentato contestualmente all’istanza, sia completo di tutta la documentazione obbligatoria prevista dal vigente regolamento edilizio oltre che, ovviamente, conforme al vigente PRG;


L’affermazione mi sembra gratuita in quanto sembra del tutto evidente, dal tenore del documento, che l’ufficio urbanistico si stia organizzando per concludere i procedimenti solo per silenzio assenso ed eventualmente per i dinieghi diminuendo drasticamente la mole di lavoro e caricando tutte le responsabilità sulle spalle del tecnico libero professionista. Tale tattica può anche essere condivisa con le opportune precisazioni ma allora rimane tempo per un doppio canale che permetta, sia pure lentamente, a chi onestamente aspetta da quattro anni di vedere concluso il suo procedimento o attraverso una eventuale necessaria integrazione documentale o attraverso la procedura del silenzio assenso senza preclusioni di date che non trovano alcuna giustificazione se non nel volere cancellare un pregresso di cui il cittadino non ha colpa alcuna. L’archiviazione troverebbe un significato solo per motivi oggettivi e specifici per ciascuna pratica. Non si vede perché ci debba essere un trattamento diverso fra cittadini che presentano la pratica oggi e quelli che l’hanno presentata quattro anni fa. Oltre il danno la beffa.


In ogni caso il parere del DRU con nota prot. N. 65407 del 14 nov. 2001 sottolinea:
-Riguardo all’ultimo quesito posto si evidenzia che, anche nel caso di decadenza della concessione edilizia – tacitamente assentita - per mancata comunicazione dell’inizio dei lavori entro un anno decorrente dal 120° giorno dalla presentazione della domanda, debba provvedersi con apposito provvedimento amministrativo, da precedersi però con la comunicazione all’interessato (ai sensi della legge regionale n. 10/91) dell’avvio del relativo procedimento.-


Non si può quindi fare un provvedimento generalizzato e avulso dal contenuto e dall’iter della pratica presentata ma deve essere motivatamente riferito a ciascuna pratica con la sua storia burocratica.


4- In merito alle altre considerazione relative al nuovo quadro normativo, si legge:
RILEVATO, pertanto, che alla data odierna risulta sostanzialmente mutato il quadro di riferimento normativo e procedimentale che disciplina l’attività edilizia nell’ambito del territorio comunale a partire dalle Norme Tecniche di Attuazione del PRG;


Il sottoscritto ritiene che la variazione del quadro normativo e procedimentale non può essere valutata in modo generalizzato ma con riferimento alla storia di ciascuna pratica. Esistono richieste che non sono interessate da alcuna variazione sostanziale che non possa essere sanata con una integrazione. L’eventuale archiviazione non può prescindere dalla storia della pratica stessa e dei diritti personali del richiedente.

Per i sopra esposti motivi il sottoscritto chiede che vengano rivisti i termini di archiviazione delle pratiche pregresse di cui ai punti 1, 2 e 3 della Determinazione n. 1354 del del 26/08/2010 che non possono essere legati alla data dell’1/4/09 indipendentemente dalla storia dei ripetuti solleciti rimasti senza riscontro da parte dell’ufficio.


Si manifesta stupore per come l’amministrazione stia tentando arrogantemente di utilizzare una norma che nasce a difesa dei diritti del cittadino in un cavillo, non senza grosse forzature, per danneggiarlo.

Si esprime preoccupazione nell’osservare in quale considerazione questa amministrazione tiene il cittadino vedendo in lui la controparte e non la persona che lo ha delegato e pagato per rendergli la vita più facile e garantire una legalità che in questa città non ha più domicilio.
Rimanendo in attesa di vostro cortese riscontro.
Castellammare del Golfo 03/09/2010
Distinti saluti
Ing. Martino Di Benedetto

COSA DA NON CREDERCI!!!!

Finalmente il comune ha deciso di applicare la normativa e le procedure che ormai da tempo immemorabile chiedo che siano applicate e precisamente il rilascio della certificazione di presentazione di pratica edile ed il rispetto dei termini di formazione del silenzio assenso (Attenzione la norma è del 1994 cioè di 16 anni or sono. Meglio tardi che mai).

Allora direte ma dove stà l'incredibile? Ora vengo e mi spiego.

La norma sul silenzio assenso nasce come ripiego in considerazione dei lunghissimi periodi di istruttoria da parte degli uffici tecnici dei comuni. Il governo regionale per venire incontro al cittadino fissa dei termini perentori trascorsi i quali il cittadino, se vuole, effettua degli adempimenti indispensabili previsti dalla stessa legge e va a costruire a suo rischio e pericolo nel caso ci fossero delle imprecisioni o errori interpretativi della norma (Se vogliamo è un procedimento molto pericoloso per la giungla di normative non sempre chiare e al volte contraddittorie) ma in ogni caso se il cittadino e il suo tecnico se la sentono possono avvalersi dell'agevolazione.

Il perno della questione sta proprio nel fatto che questa è una agevolazione di cui il cittadino poteva avvalersi oppure no.

Cosa fa l'amministrazione? Rende obbligatorio il procedimento del silenzio assenso e rlancia con una porcheria da manuale del Menga per buttare nel cestino tutte le pratiche presentate negli anni passati e rimaste ancora inevase non per colpa del cittadino che ha comunque speso bei soldini per la presentazione della stessa.

Ecco il colpo da maestro: le pratiche presentate in passato dopo i 120 giorni previsti dalla norma si considerano (e quì stà l'interpretazione contestabile) con Concessione edilizia rilasciata quindi per legge entro un anno bisognava aprire i lavori, questo non è stato fatto e quindi tutte le concessioni si considerano decadute e le relative pratiche archiviate in un solo colpo.

Tralasciando l'aspetto strettamente legale che ho esposto nella mia opposizione scritta per come norma prevede e che metterò a disposizione di chi volesse leggerla voglio qui esaminare l'aspetto morale di questa decisione.

Dopo tutti questi anni l'amministrazione decide in modo quanto meno garibaldino che può mandare al mecero tutte le aspettative dei cittadini e dire: 1 a 0 e palla al centro senza seguire alcuna procedura legale. Il cittadino viene visto come la controparte e non come colui che ha delegato e pagato affinché gli rendessero più facile la vita.

Hanno ottenuto in un attimo due cose importanti:
- creare una nuova procedura tutta a carico del cittadino riservandosi la prerogativa di fare solo atti di diniego;
- hanno azzarato le pratiche in giacenza.

Bravi!! E allora il personale diventa esuberante e possiamo mandarne a casa una buona parte perché non si capisce cosa faranno se tutto sarà ricondottoalla sola vigilinza e repressione.
Ma visto che per le nuove pratiche non necessiterà molto tempo si poteva continuare a istruire quelle pregresse rispettando legge e rapporti umani oltre che civili.

Ma perché non riesco a fare degli interventi più concisi? Non ho il potere della sintesi. Mi taccio, ma ritornerò sull'argomento.

giovedì 5 agosto 2010

A PROPOSITO DI LIMITE!!

Giusto parlando di limiti, ma c'è qualcuno che crede sinceramente che il limite di velocità di 50 Km/h in strade esterne al centro urbano sia una cosa sensata?

Se la tua rispostà è si allora non hai mai rispettato un limite di 50 e quindi non ti sei reso conto della difficoltà.

La vita la rischi proprio se tenti di andare a 50 Km/h. Seriamente, con le attuali automobili e i sistemi di frenatura odierni il limite decente è 80 Km/h. Provate, 80 è sicuramente onesto, il 50 può solo definirsi ipocrita, per la serie: (metto il limite di 50 e mi metto al sicuro, tanto poi non lo rispetta nessuno ma sono fatti loro).

Ed è così che il povero suddito ogni santa mattina rischia la patente per recarsi al lavoro e non ha scelta:
- direzione Trapani, ti aspetta il tratto di Buseto;
- direzione Alcamo, tutto il tratto di Gammara (Scampati) ha il limite di 50 e divieto assoluto di sorpasso. se trovi un trattorino a Castellammare davanti al Capannelle gli devi stare dietro fino ad Alcamo (Porta Trapani);

Ma può essere che se i limiti fossero sensati e credibili il cittadino li rispetterebbe? Io credo di si perchè le multe arriverebbero solo agli effettivi delinquenti della strada e non al nonnino che va a 56 Km/h mentre tutti gli lampeggiavano dietro e sorpassandolo lo appellano "a rincoio...!!!)

Il dubbio è atroce mettersi fra i rincoio... o rischiare multe giornaliere e patente?

Vigile, polizziotto o carabiniere, mentre flesci qualcuno perché va a 56 Km/h pensa a quando guidi tu e rifletti.

Ma tu rispetti il 50?

Non dire si,... non lo fare ...., attento che ti si allunga il naso!

lunedì 2 agosto 2010

MA DAVVERO NON C'E' UN LIMITE?!

Se in questo periodo taccio è perché sono basito, sconcertato e senza parole.
Guardo quello che succede intorno a me e avverto una forte sensazione di nausea, smarrimento, sconforto.

Che cosa ci sta succedendo? Siamo veramente un popolo pecora?
Ma voglio credere che ancora esista un Castellammarese che non si sia accorto che questa amministrazione Marziana ci sta portando oltre che al disastro economico alla ben più amara costatazione che siamo un popolo pecora al quale si può fare qualunque angheria senza temere reazioni?

Comincio a vedere le facce dei mie colleghi professionisti con una espressione di smarrimento e incredulità mentre si aggirano fra i corridoi dell’ufficio urbanistico, ma in quelle facce non vedo segno di fierezza, solo un che di rassegnazione. Estenuanti file di attesa davanti alla responsabile dell’ufficio, in piedi in un misero corridoio sotto l’occhio vigile e impietoso di una telecamera che non dovrebbe per legge avere l’audio ma su questo non ci metterei la mano sul fuoco).

Davanti alla reggente dell’ufficio attenzione a non irritarla perché si rischiano scenate da piazza, frasi del tipo “qui comando io!”, “se non le piace mi denunci!”, oppure la migliore è stata gridata ad un mio cliente: “il suo errore è di avere scelto un professionista incompetente!!” .

Voi direte denunciala per diffamazione, deferiscila all’Ordine professionale.
No, per quanto tenti di essere indignato non ci riesco (almeno per il momento).

Potrei indignarmi se l’insulto provenisse da persona notoriamente equilibrata.

Intanto continuano a non rilasciare l’attestazione di avvenuta presentazione di pratica edile prevista dalla legge, a non dare riscontro scritto di alcun genere, non rispettare turni e cronologie di presentazione, a non far progredire l’iter delle pratiche se non ti presenti costantemente a sollecitare, a non avere un comportamento univoco e organizzato.

Ora l’ultima novità: per tutto il mese di agosto e settembre l’ufficio riceverà tre ore a settimana.

venerdì 16 luglio 2010

MI PIACEREBBE CAPIRE, MA FORSE E MEGLIO DI NO.

Mi piacerrebbe capire a chi è affidato, in questo comune, il compito di stabilire quanti posti si possono ricavare in un parcheggio e come metterli. Vi chiederete perchè mi vengono questi strani pensieri. Ve lo dico subito. Riflettevo su questo mentre, in tenuta da mare e con una multa in mano nel piazzale di Guidaloca, osservavo quanto spazio libero era stato lasciato senza striscie bianche che delimitano gli spazi di sosta.
Ho dato fondo a tutte le considerazioni tecniche che si potevano ragionevolmente fare ma non ho trovato risposta. Si possono ricavare agevolmente e senza intralciare il traffico almeno altri sei posti senza creare alcun problema. Saranno pochi ma sarebbero state sei multe in meno al giorno per circa tre mesi.

Ma dai!!!!.. Ma allora forse .....!!! Aspetta, facciamo due conti, 38eurox6macchinex90giorni= 20.520 € esentasse e con mezzoretta di lavoro al giorno. In verità non so se c'è pure il turno pomeridiano perchè in questo caso diventano 41.000 € mica bruscolini!

In effetti visto che il nostro comune è in dissesto finanziario si potrebbe trasformare questo metodo artigianale in qualcosa di più organizzato stile industriale. Mi pare una buona idea.

domenica 4 luglio 2010

VERGOGNA! VERGOGNA! VERGOGNA!

Sabato sera, per contribuire a rilanciare l'economia sofferente, sono sceso in marina per godere del nostro spendido paesaggio mentre, comodamente seduto al bar, mi sorbivo un bel gelato alla frutta.

Una bolgia infernale, l'aria era ammorbata dagli idrocarburi esalati da un unico lunghissimo cordone di macchine che senza soluzione di continuità arrivava al castello e senza fermarsi ritornava indietro con dei deficienti a bordo che avevano l'aria fra l'annoiato e l'ebete.

La passeggiata si è svolta zigzagando fra macchine e motorini rombanti e trattenendo il respiro per non rimanere intossicati. Vedevo facce straniere con una espressione fra lo scioccatto e lo schifato e una massa amorfa chinata sui tavolini a ingozzarsi di gelati, bibite, pizze e cibi vari inquinati dai vapori espulsi dai motori e dalla polvere sollevata dalle ruote.

Qualcuno dice che sono gli stessi commercianti del posto a protestare quando si chiude il traffico.
Embè!
Anche io protesto perchè ritengo che il sindaco agisca addirittura contro legge a danno dei cittadini (dandogliene ampia prova) e lui se ne fotte.
Allora mi chiedo:
- perchè non riesce a fottersene anche delle proteste di questi commercianti dal cervello atrofizzato dagli idrocarburi?

In questa faccenda non si salva nessuno.

Il sindaco si dimostra ancora una volta senza idee, i commercianti del luogo non riescono a vedere più in la del loro naso, e noi del popolino ci dividiamo in due categorie: i cog....ni che sfilano in macchina e quelli che vanno a intossicarsi i polmoni e pure pagando.

Non rimane che dire: Vergogna! Vergogna! Vergogna!

giovedì 24 giugno 2010

QUALE MIGLIORE OCCASIONE PER BRESCIANI DI USARE IL SUO "BLOG BLEF"?!

Quale migliore occasione di questa voglia di protestare del Sindaco per usare il suo blog?

Si, è andato dal prefetto a consegnare la fascia tricolore ed è stata una buona mossa mediatica, ma perchè non sente il bisogno-dovere di spiegare a noi cittadini quali sono le problematiche che ci attanagliano e le idee per uscirne?

Ha un suo Blog (o forse può meglio definirsi Blef) e allora lo usi! Faccia vedere che è cosciente che sta amministrando i nostri soldi e le nostre vite e che ci ritiene degni di condividere con noi le pene e la ricerca delle soluzioni.

In campagna elettorale aveva detto che LA SUA ASSICURAZIONE ERAVAMO NOI perchè ci avrebbe detto tutto rendendo tutto trasparente e quindi controllabile. Siamo in dissesto finanziario e non si sente in dovere di spiegarcene i motivi?

Voglio comunque fare una nota cattiva. Avrebbe potuto evitare di pubblicare la foto della consegna della fascia dove il Prefetto sembra dispiaciuto e lui sfoggia un sorriso come chi ha vinto la lotteria.

lunedì 21 giugno 2010

LA NOTTE DELLA GIUSTIZIA A TRAPANI.

UNA NOTTE DI LAVORO PER RICORDARE CHE LA GIUSTIZIA NON E' UN COSTO MA UNA RISORSA!

MERCOLEDI' 23 GIUGNO alle ore 18,00 il Palazzo di Giustizia di Trapani resterà con le luci accese in segno di protesta.

Lo scopo dell’iniziativa - aperta al pubblico - è di affermare il diritto dei cittadini ad un servizio Giustizia che garantisca la sicurezza, senza intaccare le libertà, che tuteli i diritti delle vittime dei reati non meno di quelli degli imputati e che assicuri decisioni rapide ma ponderate.

I magistrati del Tribunale e della Procura di Trapani e i rappresentanti del personale illustreranno i temi più rilevanti, anche mediante la proiezione di slide e filmati.

Seguirà un dibattito aperto a tutti i partecipanti all’incontro, nel corso del quale ognuno potrà offrire il suo contributo per riflettere insieme sulle sorti della Giustizia e sulle principali ricadute negative delle recenti riforme, di quelle mancate e di quelle in cantiere.

Al termine i magistrati riprenderanno a lavorare, rimanendo nelle proprie stanze fino a tarda notte, a disposizione dei cittadini e della stampa.

Gli interventi programmati avranno come filo conduttore le ricadute economiche delle riforme sul servizio Giustizia.

Le tematiche spazieranno dalle continue riduzioni delle risorse destinate alla Giustizia, che hanno privato i magistrati dei principali strumenti di lavoro e che impediscono il pagamento degli indispensabili straordinari al personale amministrativo, sino ai recenti tagli stipendiali, arbitrari e punitivi, che colpiscono iniquamente soprattutto i giovani magistrati e il personale.

Dagli incrementi di spesa derivanti dalla programmata riforma sulle intercettazioni, che costringerà a continui pellegrinaggi degli atti dalle sedi periferiche ai capoluoghi di distretto, alle maggiori somme necessarie per incentivare la copertura dei posti in sedi disagiate, conseguenti all’incomprensibile divieto per i magistrati di prima nomina a rivestire funzioni di pubblico ministero.

Da tutte le riforme che complicano inutilmente le procedure, amplificando a dismisura le spese, come il farraginoso e anacronistico meccanismo delle notifiche, alle mancate riforme che potrebbero finalmente restituire efficienza alla Giustizia, quali l’accorpamento dei Tribunali minori, l’effettiva informatizzazione dei processi e una seria razionalizzazione delle norme sostanziali e procedurali.

Il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati - Sottosezione di Trapani, dott. Piero Grillo, auspica un’ampia partecipazione all’incontro, evidenziando: “le tematiche sul tappeto coinvolgono non solo i tecnici del settore, ma l’intera società civile su cui inevitabilmente sono destinati a ricadere gli effetti negativi delle riforme che aumentano costi, cavilli e inefficienze, rendendo più difficili le indagini e i processi e determinando una quotidiana emorragia di risorse pubbliche e di denaro dei contribuenti”.

contatti:

Associazione Nazionale Magistrati - Sottosezione di Trapani

Piero Grillo piegrill@tin.it

Alessandra Camassa 3387121010

giovedì 17 giugno 2010

ANCORA SOPRUSI AI CITTADINI

Credo che ormai tutti sappiano che per richiedere al comune qualunque provvedimento Amministrativo riguardante un fabbricato esistente bisogna dimostrare che lo stesso sia regolare. Va bene, è giusto.

Quello che non andava bene è che le procedure per la dimostrazione erano piuttosto approssimative e quello che più dava fastidio era che si applicava una certa talvolta pesante discrezionalità.

Per tale ragione, da due anni, chiedevamo di avere date e procedure certe e principalmente ragionevoli e rispettose del cittadino.

Finalmente ho visto circolare nei corridoi dell'U.T. una nota che non so come definire perchè essa stessa non si definisce (credo che sia una nota interna, visto che è indirizzata al personale tecnico ed amministrativo e non ai tecnici esterni e ai cittadini che sono poi le vittime finali di tale nota).

Ritenendo che quella nota deve essere messa a conoscenza dei cittadini sono riuscito ad averne una copia e a leggerla.

Leggendo avverto subito qualcosa di piacevolmente strano nelle premesse della nota perchè sembra scritta da un tecnico esterno, con tono equilibrato e non preconcetto e con riflessioni e conclusioni che sembrano tenere conto delle esigenze del cittadino e del fatto che il disordine urbanistico ed edilizio in cui siamo vissuti non è certo solo colpa del popolo.

Ma la mia sodisfazione è durata poco perchè nelle conclusioni del documento è riapparsa la figura del burocrate con tutta la sua carica di insofferenza per il cittadino.

Da oggi chiunque intenda fare anche un piccolissimo lavoro sul suo fabbricato che preveda il rilascio di un qualsiasi provvedimento dovrà:

- dichiarare con atto di notorietà l'epoca della costruzione (e fin qui tutto a posto);
- far redigere una perizia giurata da un tecnico (intervento non certo gratuito);

- attivarsi per portare quanto più prove possibili (e a questo punto rientra in tutta la sua potenza la discrezionalità).

Stò parlando anche di piccolissimi interventi quasi insignificanti.

Faccio un'affermazione pesante e che non prendetela come una battuta:

- sono disposto a scommetere con chiunque che non esiste una sola unità immobiliare a Castellammare (e non mi voglio allargare all'italia) che possa superare un esame tale da potere fare affermare ad un tecnico (in una perizia giurata) che sull'immobile non siano state apportate variazioni non autorizzate che avrebbero necessitato di provvedimenti amministrativi da parte del comune. E possiamo cominciare anche dalla Casa del Sindaco, dagli edifici comunali per poi passare alla mia e quella di chiunque altro.

Proviamo?

venerdì 11 giugno 2010

IN RICORDO DELL' AMICO UGO


11 GIUGNO 2009 - 11 GIUGNO 2010


E' PASSATO UN ANNO

giovedì 3 giugno 2010

IL POPOLO MERDINA

Ancora il massimo disinteresse nei confronti del popolo Merdina.

E già, (io sò io e voi nun siete un c....)



Quando riceve l'ufficio tecnico?
Solo una mattina alla settimana, il Lunedì e solo un pomeriggio la settimana, il Giovedì.
Allora voi pensate che tutto il resto viene fatto negli altri gioni. Niente affatto, in quei giorni si fa di tutto e di più incuranti di chi viene da altre città per essere ricevuto.
In particolare il giovedì pomeriggio si riunisce la Commissione Edilizia come se non ci fossere altri spazi durante la settimana. Quando la commissione si riunisce praticamente l'ufficio si paralizza.

Ma che ci volete fare, un amministrazione così illuminata non può pensare a queste miserie, già ... (Loro sono loro, e noi non siamo un c....)

venerdì 28 maggio 2010

CI SONO ANCORA

Sono ancora qua, ci sono, ......... ci sono.

Vorrei dire qualcosa ma non trovo veramente la forza di dibattere altri argomenti che non siano la riconquista del nostro territorio, della nostra dignità di cittadini che non possono subire l'autanasia economica e politica di questa cittadina senza reagire, della voglia di gestire la nostra vita senza delegarla ai "Marziani" occupanti.

Lo so ci sono tantissimi problemi su cui si può intervenire, la iattura della privatizzazione dell'acqua, il ritorno delle centrali nucleari nonostante il referendum che li ha abolite, Berlusconi che passo dopo passo inesorabilmente si sta impossessando del potere sotto tutti i suoi aspetti e nello stesso tempo grida al complotto e ammalia i vecchietti e anche parecchi non vecchietti, la mafia che continua inesorabilmente i suoi affari in un tessuto burocratico che lascia ampi spazi al malaffare, una politica turistica della nostra città che è ancora senza progetto.

Ma non ce la faccio. Penso che tutte queste cose sono figlie della stessa madre, la cattiva amministrazione. Quella cattiva amministrazione che diventa opaca, che opera nella illegalità perchè convinta, nella migliore dell'ipotesi, che opera bene e che non può perdere tempo a convincere la gente della bontà del suo operato (in verità dovrei dire della sua inerzia).

L'illegalità, la prepotenza e la confusione mentale dei nostri amministratori non può portare alla rinascita della nostra citta, anzi, il popolo sfiduciato ritornerà (se mai se ne fosse allontanato) a guardare di nuovo verso un certo tipo di organizzazione che gli da il senso della certezza e della protezione.

Ma tanto questo non interessa nessuno. Troppa fatica agire, troppo scomodo protestare.

Lascia che il mondo giri!......, che stanchezza! ..... che sensazione di malessere, ..... di sconfitta sociale ......... di cupa ottusità.

venerdì 14 maggio 2010

IO PEC..CO, ... E VOI, ... STATE PEC...CANDO?

Si, avete sentito la grande novità? Ora c'è la PEC (Posta Elettronica Certificata).

Grazie a Brunetta ora Possiamo PECcare tutti!!!!!!!!!!

Basta con le costose raccomandate, con l'incertezza di dimostrarne il contenuto, con la perdita delle ricevute; basta con l'andare in posta a fare interminabili file, inquinare l'aria con spostamenti inutili per ordinare e ritirare certificati presso le pubbliche Amministrazioni. Basta con i numeri di protocollo che non si possono sapere, con le ricevute che non vengono rilasciate.

Si Basta!!!! Basta che il cittadino, in un moto di orgoglio, decidesse di avvalersi dei suoi diritti. Basterebbe capire l'enorme possibilità del cambiamento che potrebbe significare questa iniziativa.

Ognuno di noi ha una sua casella di posta elettronica certificata messa a disposizione gratuitamente dallo stato con la quale può interagire con tutte le Amministrazioni Pubbliche che dovranno obbligatoriamente rispondere con lo stesso mezzo se il cittadino lo chiede.

Si, sono sicuro che nonostante il lungo preavviso, le Amministrazioni si troveranno ancora impreparate, ma voi provateci, invadeteli di richieste e pretendete che vi rispondano per via telematica.

Niente più viaggi della speranza per ritirare certificati o per chiedere informazioni. Tutto gratis, tutto certificato, tutto comodo, ma dovete provarci non potete fermare il futuro con la sfiducia.

FORZA!!!! PEC..CHIAMO!!!!!

sabato 17 aprile 2010

DOPO IL DRAMMA LA COMMEDIA

Continuo i miei ricordi con un'altra poesia piuttosto spiritosa.

La partenza del Crociatodi Giovanni Visconti-Venosta

Una storia divertente che ha raccontato nelle sue memorie Giovanni Visconti Venosta, giornalista e scrittore vissuto nella seconda metà dell’Ottocento.
Racconta, dunque, il Visconti Venosta che quando era studente di Liceo si presentò a casa sua una donna del popolo per chiedergli un favore. A suo figlio, che frequentava il ginnasio, era stato assegnato un compito in versi dal titolo: “La partenza del crociato” (E’ bene sapere che nel passato a scuola si studiava anche la composizione delle poesie con relative esercitazioni). Il povero ragazzo, che a quanto pare non era vocato per la poesia, aveva saputo scrivere solo due versi e poi si era bloccato. I suoi versi erano questi: “Passa un giorno, passa l’altro / mai non torna il prode Anselmo.” Da notare che il tema riguardava la partenza del crociato, invece quel giovane inizia già con il mancato ritorno.
Dice il Visconti Venosta che nel leggere quei due versi gli venne una tentazione cattiva e quindi ne aggiunse altri scherzosi. Scrisse che il prode Anselmo era partito per “conquidere l’avel” (per conquistare il Santo Sepolcro). Aveva con sé tutto quello che poteva essergli utile, la sua bella gli aveva dato perfino le “pezze per i pié” (quelle che oggi sarebbero le calze). E Anselmo con l’elmo in testa partì a cavallo (osserva l’autore che non c’erano i treni a vapore sulle linee ferrate, perché allora non si ferravano le strade, ma i viaggiatori!). Aveva, infatti, la cravatta in ferro battuto e il gilé in ottone. Egli viaggiava seduto, ma il cavallo andava a piedi. Dopo un lungo viaggio arrivò in Palestina e il Sultano, vistosi perduto, si preparò a fuggire dopo avere messo tutto nelle casse: “Pipe, sciabole, tappeti, mezze lune, jatagan, odalische, minareti,” A quel punto ad Anselmo accadde una disgrazia. Poiché aveva bisogno di bere riempì l’elmo d’acqua, ma non si accorse che nell’elmo c’era un forellino. Quindi l’acqua finì tutta a terra e il prode Anselmo morì di sete. Ecco perché passa un giorno passa l’altro mai non torna il prode Anselmo.
Questa poesia va bene per fare ridere i lettori, ma non per essere presentata a scuola, come fece quell’ignaro ragazzo. La lessero tutti i professori fra grandi risate, se la passarono di mano in mano e la fecero arrivare perfino all’Università insieme al nome dell’autore, che apparteneva ad una famiglia molto nota.
Alcuni anni dopo il Visconti Venosta, studente universitario, si presentò per sostenere un esame e il professore, quando sentì il suo nome, gli recitò quei versi famosi: “Passa un giorno, passa l’altro, mai non torna il prode Anselmo…
Io non so come sia andato al Visconti Venosta quell’esame, ma suppongo che lo abbia superato brillantemente, dal momento che i professori lo avevano apprezzato prima ancora di conoscerlo.
La sua poesia fino ad alcuni decenni addietro si trovava ancora nei libri di scuola e addirittura veniva stampata nelle copertine dei quaderni.

Passa un giorno, passa l`altro
Mai non torna il prode Anselmo,
Perché egli era molto scaltro
Andò in guerra e mise l`elmo…
Mise l`elmo sulla testa
Per non farsi troppo mal
E partì la lancia in resta
A cavallo d`un caval.
La sua bella che abbracciollo
Gli dié un bacio e disse: Va`!
E poneagli ad armacollo
La fiaschetta del mistrà.
Poi, donatogli un anello
Sacro pegno di sua fe`,
Gli metteva nel fardello
Fin le pezze per i piè.
Fu alle nove di mattina
Che l`Anselmo uscìa bel, bel,
Per andare in Palestina
A conquidere l`Avel.
Né per vie ferrate andava
Come in oggi col vapor,
A quei tempi si ferrava
Non la via ma il viaggiator.
La cravatta in fer battuto
E in ottone avea il gilé,
Ei viaggiava, è ver, seduto
Ma il cavallo andava a piè.
Da quel dì non fe` che andare,
Andar sempre, andare andar…
Quando a piè d`un casolare
Vide un lago, ed era il mar!
Sospettollo… e impensierito
Saviamente si fermò
Poi chinossi, e con un dito
A buon conto l`assaggiò.
Come fu sul bastimento,
Ben gli venne il mal di mar
Ma l`Anselmo in un momento
Mise fuori il desinar.
Pipe, sciabole, tappeti,
Mezze lune, jatagan,
Odalische, minareti,
Già imballati avea il Sultan.
Quando presso ai Salamini
Sete ria incominciò,
E l`Anselmo coi più fini
Prese l`elmo, e a bere andò.
Ma nell`elmo, il crederete?
C`era in fondo un forellin
E in tre dì morì di sete
Senza accorgersi il tapin.
Passa un giorno, passa l`altro,
Mai non torna il guerrier
Perch`egli era molto scaltro
Andò in guerra col cimier.
Col cimiero sulla testa,
Ma sul fondo non guardò
E così gli avvenne questa
Che mai più non ritornò.

sabato 10 aprile 2010

IL RIPOSO DEL GUERRIERO

E' sabato, non mi va di lavorare, gironzolo sul web e rifletto sulla potenza di questo strumento, ci si trova di tutto.
Ad un tratto penso ad una lunga poesia che una colta vicina di casa, la Signora Licia Perone, mi ha recitato un paio di volte da ragazzino undicenne e che mi era piaciuta tanto che ne avevo messo in memoria una buona parte ed ogni volta che la recitavo mi faceva venire la pelle d'oca.
Ma quello che non avevo mai messo in memoria era l'autore. Avrei voluto cercala ma non sapevo da dove cominciare, oggi ho riflettuto che potevo cominciare proprio da questo stupendo mezzo e al primo colpo eccola in tutta la sua interezza e l'autore non era nemmeno tanto sconosciuto, Giovanni Pascoli!.
L'ho riletta e ancora una volta la stessa identica emozione di allora. Sarò rinco ma ve la voglio proporre.

Breus

I
Viveva con sua madre in Cornovaglia:
un dì trasecolò nella boscaglia.
Nella boscaglia un dì, tra cerro e cerro
vide passare un uomo tutto ferro.
Morvàn pensò che fosse San Michele:
s'inginocchiò: "Signore San Michele,
non mi far male, per l'amor di Dio!".
"Né mal fo io, né San Michel son io.
No: San Michele non poss'io chiamarmi:
cavalier, si: son cavaliere d'armi".
"Un Cavaliere? Ma che cosa è mai
guardami o figlio e che cos'è saprai"
"Che è codesto lungo legno greve?"
"La lancia: ha sete, e dove giunge, beve".
"Che è codesta di cui tu sei cinto?".
"Spada, se hai vinto; croce se sei vinto".
"Di che vesti? La veste è pesa e dura".
"E' ferro. Figlio, questa è l'armatura".
"E tu nascesti già così coperto?".
Rise e rispose il cavalier:; "No, certo".
"E chi la pose, dunque, indosso a te?".
"Chi può". "Chi può?". "Ma, caro figlio, il re!".

II
Il fanciullo tornò dalla sua mamma,
e le saltò sulle ginocchia: "Mamma,
mammina (cinguettò), tu non lo sai!
ho visto quello che non vidi mai!
un uomo bello più del San Michele
ch'è in chiesa, tra il chiaror delle candele!".
"Non c'è uomo più bello , figlio mio,
più bello, no, d'un angelo di Dio".
"Ma sì, ce n'è, mammina, se permetti,
ce n'è mammina, cavalier son detti.
E io, mammina, voglio andar con loro,
e aver veste di ferro e sproni d'oro".
La madre a terra cadde come morta,
che già Morvan usciva dalla porta;
Morvan usciva e le volgea le spalle,
ed entrò difilato nelle stalle;
nelle stalle trovò sol un ronzino:
lo sciolse, vi montò sopra: in cammino.
Egli partì, ne salutò persona
eccolo fuori, ecco che batte e sprona:
eccolo già lontano dal castello,
dietro quell'uomo, ch'era così bello.

III
Dopo dieci anni, dieci tutti interi,
Breus, il cavalier de cavalieri,
sostò pensoso avanti a quel castello.
Era fradicio e rotto il ponticello.
Entrò pensoso nella corte antica:
c'era tant'erba, c'era tanta ortica.
Il rovo vi crescea come una siepe,
e la muraglia piena era di crepe.
L'edera aveva la muraglia invasa:
l'erba copria la soglia della casa.
E l'uscio era imporrito e tristo a mo'
di tomba. Egli picchiò, picchiò, picchiò..
Ecco alfine una donna, ecco una donna
antica e cieca, che gli aprì. "Voi, nonna,
mi potete albergar per questa notte?".
"Albergar vi si può per questa notte,
albergar vi si può di tutto cuore,
ma l'albergo non è forse il migliore.
Ché questa casa è tutta in abbandono
da che il figlio partì, dieci anni or sono".
Era discesa una donzella in tanto,
che appena lo guardò, ruppe in pianto.

IV
"Perché piangete, buona damigella?
perché piangete, cara damigella?".
"Io voglio dirvi, sire cavaliere,
io voglio dirvi, che mi fa dolere.
E' un mio fratello che dieci anni fa
(ora sarebbe della vostra età),
ci abbandonò per farsi cavaliere.
Io piango appena vedo un cavaliere.
Se vedo un cavalier presso il castello,
piango pensando al mio dolce fratello".
"Non avete la madre, o damigella?
non un altro fratello? una sorella?".
"Nessuno... almeno ch'io li veda in viso:
son, fratelli e sorelle, in paradiso.
La mia madre morì dal dispiacere
quand'e' partì per farsi cavaliere.
Ecco il suo letto presso il limitare,
ecco il suo seggio presso il focolare.
La sua crocetta porto sopra me.
pel mio povero cuore altro non c'è".

V
Mise un singhiozzo il cavalier d'un tratto.
Ella il pallido alzò viso disfatto.
La damigella alzò con meraviglia
gli occhi che aveano il pianto sulle ciglia.
"Iddio la mamma ancora a voi l'ha presa
c'ora piangete, che m'avete intesa?".
"Ancora a me la mamma prese Iddio;
ma chi gli disse: Prendila! fui io".
"Voi? Ma chi siete? Qual'è il vostro nome?".
"Morvan il nome, Breus il soprannome.
O sorellina, io son pien di gloria:
ogni giorno ho contata una vittoria:
ma se potevo indovinar quel giorno,
che non l'avrei veduta al mio ritorno,
o sorellina, non sarei partito!
o sorellina, non sarei fuggito!
Oh! per vederla qui sul limitare,
per rivederla presso il focolare,
per abbracciare qui con te pur lei
le mie vittorie tutte le darei:
sarei felice, pur ch'a lei vicino,
di strigliar tuttavia quel mio ronzino!".

(Giovanni Pascoli)

mercoledì 7 aprile 2010

CURIOSO NO?

SNEOCDO UNO SDTIUO IGLNESE NON IRMPTOA CMOE SNOO SCTRITE LE PRALOE, TTUTE LE LETETRE POSNOSO ESESRE AL PSTOO SBGALAITO...

L'IMPTORTANE E' SLOO CHE LA PRMIA E L'UMLTIA LETRTEA SAINO AL PTOSO GTSIUO... IL RTESO NON CTONA, IL CERLVELO E' COMQUNUE SREMPE IN GDRADO DI DECRAIFRE IL PZUZLE PCHERE NON LGEGE ONGI SILNGOA LTETREA MA LA PALROA NEL SUO INSMIEE... VSTIOO ???

NON MI DITE CHE NON SIETE RIUSCITI A LEGGERLO.
RILASSATEVI E LEGGETE DI NUOVO VEDRETE CHE E' FACILISSIMO.

martedì 6 aprile 2010

AGGREDITO DON FRANCO?

Ho sentito che questo pomeriggio qualcuno ha aggredito Don Franco in canonica al punto che hanno dovuto portarlo in ospedale con l'ambulanza.
Se fosse il primo aprile sarei portato a non crederci ma non è il primo aprile.
Voglio esprimere la mia solidarietà a Don Franco sperando che non sia stato nulla di grave.
Se qualcuno ne sa di più gradirei notizie.

sabato 27 marzo 2010

RAI PER UNA NOTTE - LA DEMOCRAZIA E' VERAMENTE IN PERICOLO?

Certo a sentire come il nostro Governo tratta le istituzioni e quale senso delle legalità abbia, a me qualche dubbio viene.

Io la tramissione l'ho vista tutta e siceramente qualche preoccupazione ce l'ho.

Anche le reazioni del Presidedente della nostra RAI, Masi, mi fanno riflettere.
Ma più di tutto mi fa riflettere l'assoluto silenzio dei media governativi.
Ma veramente Giovedi 25 non è successo niente che valga la pena di approfondire?
Eppure gli ascolti su internet sono stati altissimi.
VESPA naturalmente non condivide ma questo non ci stupisce.

venerdì 26 marzo 2010

LE MIE CONSIDERAZIONI FINALI

1)Ho fatto il mio dovere di cittadino.

2)Ho espresso all'organo giudiziario le mie considerazioni come avevo promesso e preannunciato.

3)Non nutro alcuna speranza che il mio atto servirà a diminuire l'arbitrarietà negli uffici comunali.

4)Aspetterò i tempi delle procedure giudiziarie che non saranno certamente brevi.

5)Mi organizzerò per resistere all'attacco vendicativo di qualcuno che ha perso completamente la bussola e la serenità di giudizio.

6) Chiedo scusa al Dott. Antonino Mistretta (compagno delle delle classi elementari della maestra Greco) per avere fatto quella grande cazzata di non averlo votato e fatto votare.

7) Ringrazio, con grande commozione, tutti i miei colleghi che mi hanno così decisamente e incondizionatamente sostenuto.

8) Mi ripropongo da questo momento di usare le mie energie eslusivamente per risolvere i miei casi personali.

9)Evitate di lamentarvi in mia presenza di come vanno le cose in questo comune perchè potrei anche reagire in modo poco educato.

10) Spero che si secchi irreversibilmente il pistolino con relativi accessori di tutti quelli che offendono nascondendosi dietro l'anonimato (e se poi fossero colleghi spero che gli si cicatrizzi pure il buchetto del culo).

lunedì 22 marzo 2010

IL SANGUE RIBOLLE.

Leggo il Segestano del marzo 2010 e il sangue mi ribolle perchè mai come in questa intervista emerge la malizia dolosa di un Sindaco che non solo non opera bene ma che vuole vendere per buona una cosa che non lo è giocando e barando sui numeri:
In questa intervista il Sindaco afferma che sono state rilasciate 140 concessioni tralasciando di precisare che 50 sono D.I.A. (pratiche eseguite sotto la esclusiva responsabilità del progettista), 50 sono Sanatorie (che fanno storia a parte perchè incidono pochissimo nell'economia cittadina) e solo 50 sono concessioni edilizie che hanno richiesto quindi un processo di istruttoria. Se si vuole poi sottilizzare almeno 25 di queste si riferiscono ad opere di completamento di edifici a cui era scaduto il titolo e dovevano rinnovarlo e che non avevavo bisogno di grosse perdite di tempo per istruttorie. Rimangono quindi una ventina di concessioni per nuove costruzioni che rappresentano veramente la linfa della nostra economia.
Fino a quì la malizia.
Si intravede la dolosità invece quando continua a fare il paragone dei risultati con l'anno 2007 e con il periodo precedente alla sua amministrazione (quello dei commissari che hanno bloccato tutto) e non con il periodo precedente al commissariamento che è l'unico valido termine di paragone.
Questo è lo stralcio dell'articolo a cui mi riferisco:
............. La Commissione edilizia ha ripreso la sua attività. Nel 2009 ha rilasciato 140 concessioni e 170 autorizzazioni. Chi li definisce di scarsa consistenza afferma grandi sciocchezze! Molta gente parla perché vuol parlare, perché ha la bocca, tira il fiato ed escono parole, ma bisognerebbe riflettere prima di parlare! Non dico che le nostre sono cifre grandissime, ma confrontandole con i dati degli anni precedenti, che ho reso pubblici si evince un aumento molto sensibile (nel 2007 le concessioni erano 63 e le autorizzazioni 84).

Caro Sindaco mi pare che chi parla perché ha la bocca non sono certo io, quando tiro il fiato respiro ma quando parlo prima rifletto sulla concretezza di quanto affermo. Dovrei invece riflettere di più sulla convenienza personale e sul pericolo che corro in un ambiente come questo ma non ci posso fare niente, il sangue ribolle.

venerdì 19 marzo 2010

MA NON C`E`SOLO IL SINDACO CHE FA FINTA DI NON CAPIRE

Non avrei mai creduto che a Castellammare ci fossero tanti pusillanimi, che continuano a lamentarsi per un milione di cose ma quando c`è da difendere i propri diritti mettendoci la faccia temono per il loro c..o e hanno immediatamente qualcosa di urgente da fare.
No poverini, state tranquilli, siete in buona compagnia, l`italiano e`cosi`, si nasconde quando c`e`da combattere ma al momento della foto con il trofeo e sempre in prima fila.
Comodo stare alla finestra, se finisce bene mi godo i risultati e se invece finisce male non ci ho perso niente ... eh?
Pensate al vostro orticello, e`piu`sicuro.
Saluti da Amsterdam.
Ma torno! Se non cade l`aereo torno.

giovedì 18 marzo 2010

LA RISPOSTA DEL SINDACO che fa finta di non capire

Non mi pare che il sindaco con la risposta che mi ha dato abbia centrato il problema. Le solite lagne senza contenuto e poi si permette di scrivere sul Segestano che chi si lamenta lo fa per dare fiato alla bocca. Anche lui non scherza.
Dice di non essere arrogante ma poi fa il gradasso dichiarando che una denuncia in piu`o in meno non lo impressiona invece di tentare un accomodamento.

Riporto la risposta del Sindaco e successivamente il mio commento.
.......................
Prendo atto della denuncia dell’ing. Martino Di Benedetto; se questa serve per risolvere i problemi di Castellammare, ben venga. L’amministrazione non è un pachiderma addormentato, né un insieme di persone arroganti. L’amministrazione è fatta da persone che si sono trovate, e sono ancora, di fronte a problemi enormi, soprattutto in fatto di urbanistica e di bilancio. Lo sforzo fatto e la mole di lavoro profusa, solo parzialmente descritti nella relazione del sindaco, hanno sicuramente migliorato l’andamento dell’attività dei vari uffici, ma non hanno certamente posto rimedio a tutte le carenze. L’ufficio dell’urbanistica è stato trovato, da questa amministrazione, in grave confusione, come tutti sanno. Il tutto è stato poi complicato da un PRG per il quale, nel decreto di approvazione (anno 2004), l’Ass.to Reg.le al Territorio prevedeva delle prescrizioni che sono state per la quasi totalità disattese. L’arretrato di pratiche riscontrato è enorme, e non arriva solo al 2006, ma investe anni ben precedenti. Colpevolizzare per tutto questo l’attuale amministrazione, come se fosse rimasta inerte, è ingiusto ed ingeneroso. Nessuno si aspetta elogi, ma l’attività svolta andrebbe quanto meno riconosciuta.
Una nota personale: io non sono risentito con nessuno. Certamente in alcuni casi non sono stato tenero nei miei interventi, soprattutto quando ritengo ingiustificate determinate critiche, ma non porto rancore nei confronti di nessuno. E non perché mi senta buono, ma perché ritengo che portare rancore costi troppa fatica, meglio affaticarsi nel costruire qualcosa di positivo.

Con vera cordialità,
Marzio Bresciani.
..........................

Da Amsterdam con stupore.

Non mi pare che lei abbia ben compreso il contenuto delle mie rivendicazioni.
Io parlo di mancanza di metodo, dell`arroganza della sua dirigente, del dispregio delle leggi, di scomparsa di pratiche, di mancanza di sensibilita` e lei mi fa il sermone.
Certo, io ritengo, con il mio sacrificio, di contribuire a cambiare qualcosa nella sua amministrazione. Da un anno e mezzo cerco un qualche risultato, un segno di buona volonta` che denotasse interesse verso un settore vitale per lèconomia del paese. Lei ha dimostrato di non capirne il peso.
Avrei apprezzato un minimo di scuse per la perdita da parte del suo ufficio di ben cinque pratiche contenenti documenti importantissimi.
Vedo che vuole arrivare alla sfida finale, ne prendo atto.
Ing. Martino Di Benedetto

martedì 16 marzo 2010

NON VOLEVO ARRIVARE ALLA DENUNCIA, MA SONO STATO COSTRETTO

Pubblico questo post per spiegare le motivazioni del mio gesto e precisare che non ha nessuna valenza politica o di sterile polemica.
Si tratta della difesa della dignità professionale e di cittadino del sottoscritto che ritiene che siano stati lungamente negati i suoi diritti.
Come più volte dichiarato sul mio Blog e su quello del Sindaco ritengo di essere stato oggetto di vessazioni e soprusi da parte del Sindaco e della dirigenza dell’ufficio tecnico, il primo per non aver verificato quanto da me più volte denunciato, la seconda per aver direttamente operato nei miei confronti in modo illegale.
Affinché non si dica che ho agito in modo frettoloso e maligno ho proceduto a notificare il mio intendimento al Sindaco prima mediante e-mail (sabato 13 marzo), e successivamente il lunedì 14 mediante regolare nota scritta e protocollata nella quale si precisavano i motivi (comunque già noti) della mia denuncia.
Riporto la nota che ho presentato:
-------------------------------------------------------------------------------------
Al Signor Sindaco del comune di Castellammare del Golfo

Oggetto: Preavviso di denuncia.

Egregio signor Sindaco, ora basta.
Anche se ho minacciato diverse volte di presentare denuncia nei suoi confronti e del dirigente U.T. in cuor mio sapevo che era un modo per scuotere il pachiderma dormiente e condurlo al ragionamento, ma ora avete passato qualunque limite di decenza, di arroganza e prevaricazione.
Io non voglio essere prevaricato.
Lei, da un anno, è stato messo da me a conoscenza non di tutte ma di molte illegalità che avvengono nella sezione urbanistica e non si è mai degnato di verificare la validità delle mie segnalazioni.
Io non sono in grado di dire se questi disservizi siano un trattamento speciale per il sottoscritto e se avvengono per suo ordine (per rispondere in modo abbietto alle mie fastidiose richieste di legalità e trasparenza) o per disposizioni più o meno tacite di qualche dirigente infastidito o perché la confusione nell’ufficio in oggetto e la mancanza di direttive sensate portano ad una specie di babele e di paralisi facendo dimenticare legalità ed umanità.
Da mesi protesto per le mie pratiche bloccate e per i miei diritti negati minacciando denunce e nessuno mi crede, ma ora, se non altro per non perdere la faccia, sono costretto a procedere sia contro di lei che della sua dirigente.
Questo è il mio programma:
- Oggi 13 marzo 2010 le spedisco questo mio sfogo per via telematica nel suo blog per vedere se ha il coraggio di pubblicare pure questa;
- Lunedi 14 marzo consegnerò al protocollo questa nota in modo ufficiale;
- Martedì 15 pubblicherò questo documento sul mio blog spiegando a chi vuol capire che la mia azione non è politica né polemica ma solo di difesa della mia dignità offesa;
- Nei giorni successivi sarò all’estero ma ritornerò e mercoledì 24 mi recherò presso la stazione dei carabinieri per sporgere la mia denuncia e consegnare il dossier con le notizie e le circostanze che sono alla base della mia rivendicazione.
Lo so, sarà forse più traumatico per me che per voi che dell’arroganza avete fatto mestiere, ma devo farlo anche a costo di dover chiudere lo studio. Io voglio sentirmi cittadino e non suddito.
Solo per sua comodità le riassumo molto sinteticamente le situazioni oggetto della denuncia che presenterò alle autorità competenti. Queste cose sono da tempo a sua conoscenza per avergliele scritte io in varie occasioni.
1) Aperta e ripetuta violazione dell’art. 2 della LR n. 17/94 di cui il sottoscritto ha chiesto espressamente e ripetutamente l’applicazione riportandola sulla richiesta in bollo delle varie pratiche;
2) mancanza di qualsiasi riscontro di qualunque tipo a tutte le pratiche presentate dal mio studio di cui farò dettagliato elenco;
3) Nessuna risposta alle mie ripetute richieste di notizie sulla pratica di rilascio di abitabilità presentata il 23/06/06 prot. N. 20404 intestata a xxxxxxxx;
4) Nessun riscontro alla pratica di variante ai sensi dell’art. 15 della L. 47/85, presentata in data 30/05/07 prot. 15198 intestata a xxxxxxxxx;
5) Nessun riscontro alla richiesta di abitabilità presentata il 29/05/08 prot. N. 19410 del 4/6/08 intestata a xxxxxxxxxxxxxxx;
6) Nessun riscontro alla pratica di variante ai sensi dell’art. 15 della L. 47/85, presentata in data 1/12/08 prot. 39625 del 4/12/08 intestata a xxxxxxxxxx;
7) Nessun riscontro alla richiesta di abitabilità presentata il 9/12/09 di cui non conosco il numero di protocollo in quanto l’impiegato addetto al protocollo giustamente si infastidisce alle continue richieste in quanto tale numero dovrebbe essere fornito dall’ufficio competente al richiedente presso il suo domicilio assieme al nominativo del responsabile del procedimento come prescritto dalla legge;
8) Nessun riscontro nonostante ripetuti solleciti relativi alla pratica edilizia presentata in data 11/10/07 intestata a xxxxxxxxxx di cui so ufficiosamente che è stata esaminata in C.C.E. a dicembre 2009 ma senza che mi si metta in condizione di conoscere il parere e mettere in atto le conseguenti procedure;
9) Nessuna notizia di qualsiasi tipo in risposta alla richiesta di concessione edilizia presentata in data 15/10/09 a nome di xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
10) Ancora nessun esito per una pratica di completamento presentata in data 22/10/2007 che forse dovrebbe essere in dirittura di arrivo in questi giorni e di cui preferisco momentaneamente non precisare il richiedente;
Mi riservo di elencare alle autorità altre pratiche già concluse ma che hanno richiesto tempi assurdi per la loro conclusione.
OGGI, OLTRE A CONTINUARE IL MUTISMO SULLE PRATICHE PRESENTATE, MI SI DICE CON CANDIDA TRANQUILLITA’ CHE LE PRATICHE N. 3, N. 5, N. 6 E N. 7 NON SI TROVANO E TUTTI I DOCUMENTI ORIGINALI (collaudo, certificato di conformità strutturale, perizie, certificati sugli impianti ecc) IN ESSA CONTENUTI SONO STATI PERSI. MA STATE SCHERZANDO???? E NON SI RITIENE NEMMENO DI DOVER CHIEDERE SCUSA?? CHI HA AVUTO HA AVUTO E CHI HA DATO HA DATO??)
Ho aspettato con pazienza il trascorrere delle varie vicende, dai commissari alle elezioni, dalle abusive chiusure dell’ufficio per riorganizzazione alle ridicole riaperture senza che sia cambiato nulla, ma dopo un anno dal suo insediamento non ha più senso aspettare, io ho il dovere civile di presentare regolare denuncia perché non voglio essere vostro complice, costi quello che deve costare.
Senza alcuna cordialità
Ing. Martino Di Benedetto
______________________________________________________________________________
Vedremo come si concluderà questa storia.

giovedì 11 marzo 2010

PARTORITO CON GRANDE SOFFERENZA IL PIANO CASA.

Finalmente anche la Sicilia ha il suo Piano Casa ma non credo che questo sconvolgerà nessuno.
Ne potranno approfittare in pochi.

- intanto il comune ha 40 giorni di tempo per indicare le aree dove vuole che la legge non si applichi;
- la soprintendenza non permetterà in ogni caso che i centri storici e le aree vincolate vengano deturpati dalle soprelevazioni ed ampliamenti;
- i fabbricati che hanno ottenuto la concessione in sanatoria sono esclusi;
- chi non è in regola con tasse di qualunque tipo sulla casa viene esluso dal beneficio;
- le residenze devono essere monofamiliari o bifamiliari;
- gli edifici non devono essere di volume superiore a 1000 metri cubi;
- fra le attività produttive possono approfittare solo le quelle di tipo industriale che ricadono nelle zone D.

Si deve considerare in oltre la difficoltà di fare verificare i calcoli statici con la nuova normativa sismica in caso di soprelevazione di fabbricato esistente che risulterà in ogni caso complicata e costosa.

Chi teme che ci saranno saccheggi può stare tranquillo, sono convinto che non esistano o siano pochissime le case monofamiliari o bifamiliare che non abbiano qualcosa di abusivo e che quindi possano usufruire della legge.

Per i dettagli: www.studiodibenedetto.net

martedì 9 marzo 2010

REVISIONE PIANO REGOLATORE

Bene, è stato istituito l'ufficio che gestirà la revisione del Piano Regolatore.
Per la prima volta nella storia di Castellammare si decide che il comune possiede al suo interno professionalità idonee alla gestione della revisione dei piani urbanistici e questa è una buona notizia sia per il riconoscimento delle abilità nostrane sia per il fatto non trascurabile che rispetto al costo di un libero professionista esterno spenderemo solo il 30%. Naturalmente si prevede l'utilizzo di consulenti esterni e questo è un costo, allo stato attuale, meno prevedibile e c'è solo da sperare che non si esageri nell'affidamento di incarichi di consulenza e che soprattutto venga tenuto conto del fatto che interverranno per rivedere un piano esistente e non per sconvolgerlo (insomma un lavoro molto più leggero di un piano fatto dal nulla).
Ci auguriamo quindi che l'ufficio sia parsimonioso e non si dia alle pazze spese.
Il nostro piano non ha bisogno di essere ricostruito ma solo modificato in certi aspetti chiaramente individuabili e in alcuni strafalcioni.
La necessità legale di rivedere il piano nasce comunque da un fatto di notevole rilenza sociale e precisamente la decadenza dei vincoli predestinati all'esproprio .
La legge protegge il cittadino dagli espropri selvaggi stabilendo che i beni possono essere espropriati entro 5 anni dalla dichiarazione di pubblica utilità che nel caso dei Piani Urbanistici coincide con l'approvazione del piano stesso.
In effetti i terreni sottoposti ad esproprio in questo comune, in molti casi, rimangono bloccati fin dall'approvazione del Piano Comprensoriale del 1975 senza che il comune si decida ad espropriarli o a liberarli dal vincolo.
Ora temo che si limiteranno a riconfermare i vincoli già scaduti mettendo in atto, ancora una volta, la legge del MENGA continuando nella illegalità e nell'ingiustizia sociale.
STAREMO A VEDERE

venerdì 5 marzo 2010

AMO QUESTA NAZIONE........ MA COME POSSO AMARE QUESTO STATO?

Come si può amare uno stato che considera poco più di vacche da mungere i propri cittadini?
I soprusi non si misurano soltanto dalla loro gravità economica ma principalmente dalla disonestà intelluttuale.

Solo due esempi, sembrano piccoli ma a me sembrano macigni per la loro arroganza e imbecillità:

1 - ogni volta che un giudice emette una sentenza l'ufficio delle entrate emette una intimazione di pagamento della cifra prevista ma non la indirizza solo alle parti a cui spetta pagare ma a tutte le parti in causa in solido si dice, cioè tutto a tutti. Naturalmente ognuno non sa se gli altri hanno già pagato, così nel timore di incorrere in sequestri e procedimenti giudiziari la pagano tutti e il porco stato si guarda bene dall'avvisare che il balzello risulta già pagato. Esiste un reato che si chiama arricchimento illecito ma naturalmente per il porco stato non vale.

2 - invece di pagare il bollo di proprietà dell'auto nel mese successivo alla scadenza, sbagli e lo paghi prima. (PAGANDO DAI TABACCHINI TRAMITE LOTTOMATICA SUCCEDE COSI') Il data base del porco stato sa che tu hai già pagato per quell'anno ma non ti dice niente e lo accetta sempre per l'anno precedente facendoti pure pagare more ed interessi di ritardato pagamento visto che è come se avessi pagato con un anno di ritardo.
Quando te ne accorgi vai all'Agenzia delle entrate e ti dicono (si signore, a noi risulta che il bollo della sua macchina è stato pagato due volte ma se vuole il rimborso ci deve mostrare la ricevuta, ma non solo quella del secondo pagamento ma pure quella dello scorso anno. Aah se quella vecchia non la trova allora non possiamo rimborsarla è ovvio!).

Siamo all'assurdo!! A cosa serve la ricevuta se nel loro archivio risulta un doppio pagamento? E ancora una volta il porco stato si macchia del reato di arricchimento illecito e il cittadino deve assistere impunemente a questo scempio dell'intelligenza umana.

So che di queste angherie ne succedono a migliaia ogni giorno e mi piacerebbe sentirne qualche altra da parte di qualcuno che vuolo gridare il suo disappunto per essere trattato come un deficiente senza diritti ma non solo dal porco stato ma anche dagli altri porcellini più piccoli.

CORAGGIO, FACCIAMO UN ELENCO DELLE ANGHERIE PICCOLE E GRANDI A CUI CI SOTTOPONGONO GIORNALMENTE.

Questo Post lo possiamo chiamare (IL RODODENTRO...) ditemi cosa vi rode dentro.

giovedì 4 marzo 2010

UN MILIARDO DI EURO!!!!

http://www.qds.it/index.php?id=3281

Su questo sito ho trovato un commento interessante su come rispiarmare UN MILIARDO DI EURO per la sola Sicilia.

mercoledì 17 febbraio 2010

CERTO SE NON ASCOLTATE UN INVITO COSI' DRETTO.....

ORA NON AVETE PIU' SCUSE, come vedete dall'intervento del sindaco sul suo Blog (che ho riportato sotto)non ci possono essere dubbi. Ha detto: (Forza usciamo allo scoperto e confrontiamo democraticamente le idee). Non mi venite a raccontare frottole, ora se non vi fate sentire meritate il TAPIRO D'ORO.

15 febbraio 2010 13.31
Marzio Bresciani ha detto...
Nessuno può impedire l’invio di un commento anonimo; caso mai non viene pubblicato. Ma, chiedo: come può essere pulito il gioco se è anonimo? A parte che ognuno dovrebbe avere il coraggio delle proprie idee; ma davvero pensiamo che sia possibile cambiare il paese con l’anonimato?

O forse crediamo di avere una amministrazione meschina, con predisposizione alla vendetta di carattere personale, invece che preoccuparsi del bene comune? Forza usciamo allo scoperto e confrontiamo democraticamente le idee, solo così faremo il bene di Castellammare. Marzio Bresciani.

lunedì 15 febbraio 2010

TUTTO RISOLTO A TEMPO DI RECORD!!!!!!!!!

Detto fatto, il problema è stato risolto.

E' un ulteriore segnale che il Sindaco fa sul serio.

Non si erano accorti della difficoltà delle procedure per postare un commento ma, avvisati, si sono subito attivati per eliminare il problema.

SPERO CHE ORA QUALCHE CITTADINO O TECNICO PIU' ILLUMINATO SI DEGNI DI DIRE LA SUA.

Mi raccomando, anche se la procedura è anonima sarebbe opportuno firmarsi o come minimo usare uno pseudonomo, così chi deve fare riferimento all'intervento di un altro può indicarlo in qualche modo, viceversa diventa un casotto.

AVANTI, DITE LA VOSTRA!!!!!!!

Potete anche fare i complimenti al Sindaco dicendo che è tutto OK, MA CACCHIO!!!! .................. PARLATE!!!!!!!!!!

domenica 14 febbraio 2010

FINALMENTE RISOLTO IL MISTERO.

Forse ho capito perchè non ci sono interventi di cittadini sul Blog del Sindaco.

Su quel Blog non è possibile utilizzare, come invece avviene in tutti gli altri, la modalità semplificata di accesso come -Anonimo- per cui i non esperti o quelli che non vogliono farsi un identificativo non possono intervenire con i commenti.

Non me ne ero accorto prima perchè io accedo con il mio profilo google e quindi mi era sfuggito il dettaglio.

Stò cercando di fare capire a chi gestisce il Blog del Sindaco che anche se la modalità di accesso è quella di -Anonimo-, niente impedisce allo scrivente meno esperto di firmarsi e nulla toglie alla discrezionalita del proprietario del Blog di censurare le idiozie o le offese personali.

Ci sarò riuscito?

Chi vivrà vedrà.

venerdì 5 febbraio 2010

COMUNICATO DEL DIFENSORE CIVICO

COMUNE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO
PROVINCIA DI TRAPANI
DIFENSORE CIVICO

COMUNICATO STAMPA


Oggetto: “Petizione popolare” per il mantenimento del programmato Centro Oncologico servizio di Radiodiagnostica e Radioterapia presso l’Ospedale S.Antonio Abate di Trapani.

Il Difensore Civico di Castellammare del Golfo, certo di interpretare la volontà dei concittadini, esprime piena condivisione dei motivi alla base della “Petizione” in oggetto, nonché solidarietà e sostegno alla stessa. Nella considerazione che la salute di ogni individuo è tutelata come Diritto fondamentale fra i diritti dell’uomo riconosciuti dall’ONU, ed è garantita altresì dalla Costituzione Italiana, il Difensore Civico invita i concittadini ad aderire massicciamente alla sottoscrizione della petizione di cui sopra e a dare la massima disponibilità a partecipare alla civile manifestazione che avrà luogo a Palermo, davanti all’Assessorato alla Sanità-Piazza Ottavio Ziino n.24-alle ore 10,00 e segg. del 10 Febbraio 2010. La sottoscrizione è in corso attualmente presso il palazzo Comunale di Castellammare del Golfo e nei giorni 4 e 6 Febbraio 2010, dalle ore 17,30 alle 20,00, presso l’apposito gazebo, di fronte l’Ospedale S.Antonio Abate di Trapani. Il Difensore Civico inoltre, rivolge un vivissimo, pressante appello a tutte le personalità politiche di questa Provincia, affinchè prestino, una volta tanto, il massimo interessamento per un diritto fondamentale dei cittadini della Provincia di Trapani molto spesso dimenticati dai loro rappresentanti democraticamente eletti. Un altro pressante appello viene rivolto ai responsabili della politica sanitaria in Sicilia affinchè venga istituito al più presto anche presso l’Ospedale civico di Trapani il programmato servizio oncologico di Radiodiagnostica e Radioterapia, senza l’alibi della necessità di risparmio per la spesa pubblica sanitaria e di stabilizzazione della stessa, nella consapevolezza che tali motivazioni vanno sostenute non a danno della salute dei cittadini, ma nel porre un concreto argine a tutte le note speculazioni che si verificano nella Sanità Pubblica.

Castellammare del Golfo, 4/02/2010

Il Difensore Civico
Dott. Leonardo Di Stefano

mercoledì 3 febbraio 2010

MA CHE BRAVI!!!!!!!!

Avete notato che ci stanno cadendo addosso impietosamente in un brevissimo periodo i contributi dovuti per Rifiuti 2008, Rifiuti 2009 aumentati del 20% e con ridotto periodo di rateizzazione e recupero ICI dal 2004 ai giorni nostri?

Nessuno stà contestando il fatto che le tasse vanno pagate. Ma in un periodo di crisi come questo una famiglia monoreddito rischia di avere seri problemi economici.
Mi chiedo se non sarebbe stato opportuno cercare di dilazionare meglio i pagamenti d'altronde la colpa del ritardo dell'arrivo delle cartelle non è certo del cittadino.

Per la fame di risorse che ha il comune mi aspetto che arrivino a breve anche i tributi per i rifiuti 2010 (e a proposito mi hanno detto che dobbiamo arrivare ad un aumento del 100% rispetto a quanto pagato per il 2008).

Ma il capolavoro stà nel recupero ICI delle aree edificabili da sempre trascurato. Hanno stabilito i valori delle aree edificabili che arrivano fino a 130 euro per metro quadrato oggi e li hanno applicate retroattivamente senza alcuno sconto agli anni che vanno dal 2004 ad oggi, ma non ancora contenti hanno previsto su queste somme gli interessi e le more.

In tutto questo si inserisce un CONSIGLIO COMUNALE che pur potendo applicare delle riduzioni ai valori ha ritenuto che non era il caso.

Non si trova un senso logico alla cosa. Se il valore lo hai definito adesso non lo puoi applicare agli anni passati senza applicare un coefficiente riduttivo e ancora più assurda è la richiesta degli interessi in quanto il comune stà ricevendo un valore aggiornato ad oggi cioè già comprensivo degli interessi.

Le cartelle sono quasi tutte affette da errori grossolani lasciando al cittadino
l'onere di dimostrare gli errori fatti dall'ufficio perdendo tempo, denaro per i consulti tecnici e accumulando stres non indifferente per poi sentirsi dire semplicemente - Ha ragione.-.

Per fare alcuni esempi si richiedono ingiustamente i tributi:
- per aree che hanno dato origine a fabbricati che pagano già l'ICI;
- per aree che pur ricadendo in zone edificabili non lo sono di fatto per vincoli paesaggistici;
- su aree nelle quali il comune ha realizzato strade pubbliche senza aver sborsato mai una lira di esproprio.

E a proposito di esproprio! Da ora in poi, quando il comune esproprierà un terreno dovrà pagare quei prezzi che lui stesso ha stabilito. Non gli basteranno dieci anni di ICI per pagare l'indennità dovuta per un solo progetto.

Ma che bravi !!!!!!!!!!!!

giovedì 21 gennaio 2010

POCHI SOLDI PER UN PARADISO

Prendendo spunto da un argomento proposto da Francesco Poma sul suo blog, ho fatto la seguente considerazione che voglio riportare anche in questa sede.

VORREI
Vorrei una territorio protetto ma non mummificato.
Vorrei affermare il concetto che il territorio va goduto con le dovute regole.
Vorrei che in questo paese ci fosse un'area urbana lontana dal traffico e dai veleni dove potere fare attività all'aria aperta.
Vorrei che quando arriva in paese una giostra o un circo o una qualsiasi attrazione o manifestazione canora, sportiva o politica non si bloccasse la citta.
Vorrei un posto attrezzato dove ci siano servizi igienici, zone d'ombra, isole di discussione e socializzazione.
Vorrei un posto dove i nonni possano portare i loro nipoti a giocare, pattinare, correre, godendo di un paesaggio piacevole e sano.
Vorrei quello che si chiama uno Spazio Polifunzionale.

Dove può crearsi questo paradiso?

Entrate in Google Earth e guardatevi la zona che dal Bar Capannelle o Sorgente arriva alla spiaggia passando per il meraviglioso e incontaminato vallone del lupo dove si può correre e respirare aria pura facendo attività fisica.

Guardate la zona a fianco del cimitero che si affaccia sulla spiaggia e che potrebbe usarsi per le attività e manifestazioni sociali senza stravolgere il paesaggio e la natura.
Aggiungete qualche servizio igienico, qualche panchina, qualche albero, qualche vialetto ecologico un chioschetto di rinfresco e il gioco è fatto. Lasciando la macchina in quell'area si può scendere a piedi alla spiaggia.

Poche lire per un paradiso.

Basta poco, che c'é vò?