martedì 31 marzo 2009

BRESCIANI SCEGLIE DI STARE FUORI DALLA LEGGE.

In data 16 febbraio 2009 chiedevo con regolare formale richiesta scritta al Sign. Sindaco e contestualmente alla Dirigente della sezione tecnica di riattivare il ricevimento pomeridiano abusivamente sospeso a tempo indeterminato.

Sempre in data 16 febbraio 2009 chiedevo con altra regolare formale richiesta scritta al Sign. Sindaco e contestualmente alla Dirigente della sezione tecnica notizie sulla metodologia usare nell’evasione delle pratiche edilizie e considerata l’impossibilità di accedere agli uffici chiedevo notizie sulle mie pratiche.

- Pensate che il Sindaco abbia risposto?
- Pensate che la Dirigente dell’U.T. abbia risposto?

Nemmeno per sogno, dopo 43 giorni, nessuna risposta.

In data 3 marzo 2009 ho presentato la petizione sulla trasparenza amministrativa dell’U.T. con quarantasei firme di cittadini interessati.
- Pensate che il Sindaco abbia risposto?

Nemmeno per sogno, nessuna risposta.


Mi viene un dubbio: ma è possibile che abbiano abrogato l’art. 328 del codice penale sull’omissione di atti di ufficio ed io non ne so niente?

domenica 29 marzo 2009

SU CASTELLO LIBERO SI RIFLETTE!

E' inutile pubblicare tutti le stesse cose quindi mi limito a segnalare un video su CastelloLibero che dovrebbe far riflettere.
Non sono di Sinistra, ma mi sento lontanissimo dalla Destra. Ma è poi così sicuro che ci si debba sentire colpevoli se non si appartiene a nessuno?

giovedì 26 marzo 2009

INTERVENTO DELL'ARCH. GIOE' SUL R.E.C. E N.T.A.

Delle considerazioni interessanti giungono dall'Arch. Gioè sul nostro R.E.C. e sulle norme di attuazione. Il commento si trova nel post "Vogliamo elencare le cose che non vanno nel nostro regolamento edilizio?".

mercoledì 25 marzo 2009

EPPURE IL CODICE PENALE E' SICURAMENTE APPLICABILE ANCHE IN SICILIA.

Art. 328 Codice Penale - Rifiuto di atti di ufficio. Omissione

Il pubblico ufficiale o l'incaricato del pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto dell'ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.

Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a lire due milioni. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa.

domenica 22 marzo 2009

PIU CI PENSO…… PARTE II

ID: 022.02.08
Si ora siamo sul piano personale, per le offese gratuite che mi ha lanciato contro in quell’incontro di qualche minuto avuto per caso (ma poi non tanto per caso). Proprio lui che conosce la scomodità di avere amici chiacchierati.

Io cerco visibilità dice Bresciani.

E cosa cercavo nel lontano 12 maggio 2006 quando scrivevo ancora le stesse cose alla prima Commissione Straordinaria?

Cercavo visibilità per vedere come si sta a mettersi contro dei Prefetti?

Se avete la pazienza di leggere anche questa (nei commenti di questo post) vi accorgerete che non avevo un bel concetto della gestione dell’Ufficio Tecnico prima dell’avvento del commissariamento.

Ma certo, stavo preparandomi per attaccare il futuro sindaco.

Sono lungimirante io!

venerdì 20 marzo 2009

PIU CI PENSO E PIU' MI INCAZZO.

ID: 021.02.07
Riprendendo il discorso dell'incontro con il Sindaco:

La prima cosa che mi ha detto è che non mi conosceva e che quella sarebbe stata l'occasione per conoscerci dimenticando che prima delle elezioni ho perso qualche ora del mio tempo per incontrarlo faccia a faccia per mettermi a disposizione per qualunque cosa gli fosse servito per svolgere il suo servizio sociale (a gratis).

In merito al fatto che non ho chiesto udienza a sua signoria, giudicate voi se questa lunghissima lettera, che gli ho spedito il 22 luglio del 2008, possa essere considerata una mancanza di comunicazione.

Come preciso nella mia lettera la forma scritta la ritengo più efficace perché ti consente di organizzare meglio i concetti. Non mi ha dato nessunissimo riscontro.

Chi ne ha voglia legga la lettera che riporto nei commenti a questo post e poi giudichi se il suo contenuto assomiglia a quelli della petizione e alle altre lamentele di oggi (a otto mesi da quella prima volta).

E' lunga ma vale la pena farsi una idea.

giovedì 19 marzo 2009

Sig. Sindaco, che sensibilità!

ID: 020.02.06
Pensate che il Sindaco, invece di rispondermi sui contenuti della petizione, incontrandomi per caso, tutto quello che ha saputo dire sono state delle enormi banalità da cortiletto delle comari.
Mi ha accusato di cercare visibilità portando a prova della sua tesi il fatto che i colleghi non si sono associati alla mia richiesta e che quindi i contenuti sono del tutto strumentali.
Mi ha fatto una colpa per non aver chiesto di essere ricevuto da lui dimenticando che gli avevo scritto diverse volte senza mai aver ricevuto risposta.
Ma il grande capolavoro di eleganza è stata l’affermazione che si era informato su di me e che gli risultava che in passato io all’Ufficio Tecnico ci entravo tutti i giorni e la cosa mi stava bene. Ancora una volta esce fuori come una colpa la mia amicizia con il precedente ingegnere capo dell’U.T.
Fino a quando lo fa un “vigliacco anonimo” uno lo compatisce ma quando questa stessa cosa la fa il sindaco uno si chiede: “ma come? Io nonostante quello che riportavano i giornali l’ho votato e fatto votare e a lui per infamare la gente bastano le voci dei suoi informatori?”. Che eleganza!!

lunedì 16 marzo 2009

CHE DELUSIONE!!

ID: 019.02.05

Che inutile attesa. Aspettavo di leggere questa attesa intervista di oggi 16 marzo su "L'alcamese" per riuscire a capire quale molla muovesse i passi di cotanto stratega e alla fine la musica è sempre quella. Ancora una volta non si risponde alle chiare e nette richieste della petizione presentata ma il disco rotto ripete che non ha il personale sufficiente. Come se per fare legalità fosse necessario avere il personale.
Dice che i confronti possono farsi anche "non via internet" come se lui avesse mai tentato di ascoltare la categoria o chicchessia.
I FATTI SIG. SINDACO, VOGLIAMO PARLARE DEI FATTI?
La trasparenza e l'organizzazione degli uffici sig. Sindaco non il lasciar fare.
Le procedure certe per evitare personalismi e prevaricazioni e non recite a soggetto.
La codificazione delle procedure che la legge non specifica bene e fanno tanto soffrire inutilmente il cittadino e non la giungla dell'indefinito.
Dopo questa intervista ora si che mi sento appagato e rassicurato.

domenica 15 marzo 2009

Ma avete letto qualcosa sul PIANO CASA?

ID: 018.06.05

L'arch. Camillo Gioè ha postato questa nota che merita uno spazio apposito visto l'estrema importanza e delicatezza dell'argomento.

Ecco cosa ha riportato:
Ecco una sintesi tratta dal sito dell'Ordine degli Architetti:
"Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori accoglie positivamente la notizia di un atto legislativo che semplificherebbe l'attivita' edilizia privata". Lo afferma, in una dichiarazione il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Raffaele Sirica. "Ci auguriamo - prosegue la dichiarazione - che esso possa raggiungere l'obbiettivo di una sostanziale accelerazione e certezza delle tempistiche di procedure oggi estremamente farraginose, tutto cio' senza ledere il paesaggio, l'ambiente e le bellezze artistiche del nostro paese".

AGI) Riforme per la casa: allo studio l'abolizione della licenza edilizia.

Deregulation per l'edilizia. Una certificazione del progettista potrà sostituire i permessi. Il Governo punta alla semplificazione nel settore delle costruzioni. Per l'attività edilizia il permesso di costruire potrebbe essere abolito e sostituito da una certificazione di conformità firmata dal progettista. Allo studio anche l'autorizzazione «ex post» per chi interviene in aree vincolate a condizione che i lavori non arrechino danni. (...)
Continua nei commenti ...................................

sabato 14 marzo 2009

UNA PRECISAZIONE.

ID: 017.04.04
Ho ricevuto, in forma privata, una telefonata da parte del giornalista Massimo Provenza nella quale mi si invita con molta pacatezza a moderare i toni perchè ritiene che nel mio post "Evviva è arrivata Annalisa" sono stato polemico nei suoi confronti.
Per quanto mi sforzi di rileggere attentamente il mio intervento non trovo in esso nessuna scortesia ma solo il rammarico che lui non abbia ritenuto meritevole di interesse il mio spunto di discussione ma di contro ho dichiarato la sua cortesia nel rispondere alle mie argomentazioni e l'interesse nei confronti del suo blog che ho messo pure fra i miei preferiti.
Pur non rilevando, ripeto, alcuna scortesia nei suoi confronti all'interno della mia nota, voglio in questa sede dichiarare la mia personale simpatia e l'assoluta mia buona fede.

mercoledì 11 marzo 2009

LICEITA' DEI FABBRICATI - Nuove disposizioni

ID: 016.06.04
Ancora una direttiva non scritta da parte della Dirigente dell'Ufficio Tecnico che stabilisce che si debba dimostrare la liceità dei fabbricati, anche se fuori dal centro urbano, a partire dal 1° gennaio 1952.
Le direttive non scritte hanno il grande vantaggio di poter essere ritirate dichiarando di essere stati fraintesi (il solito Berlusconi insegna) e ogni giorno si può dire una cosa diversa. Per esempio vi ricordate quel famoso elenco di pratiche che non doveva andare in C.C.E.? ora si sono accorti dopo cinque mesi abbondanti che alcune di queste ci devono andare ma con calma, senza fretta, man mano che i proprietari minacciano denunce. Dicono (ma dicono, non è scritto da nessuna parte) che “giustamente” hanno deciso di miscelare le pratiche nuove con quelle stantie. Ma capite cosa affermano? Che sia giusto fare aspettare le pratiche vecchie perché non è sensato fare aspettare quelle recenti. Ma capite la portata illegale di una tale affermazione? In barba a qualsiasi disposizione di legge si decide che i protocolli di presentazione non hanno alcuna importanza.
Ma ritorniamo alla data del 1° gennaio 1952.
Da dove deriva tale data?
Dall'entrata in vigore del primo Regolamento edilizio per il nostro comune. Peccato che l'art. 1 di tale regolamento, al comma 1 recita:
"Chiunque intenda eseguire nei centri abitati del Comune nuove costruzioni edilizie ovvero ampliare quelle esistenti o modificarne la struttura o l'aspetto, deve presentare domanda al Sindaco, corredandola del progetto ....."
Il comma dice "nei centri abitati del comune" e non "nel territorio del comune".
L’art. 4 di tale regolamento impone il rilascio della licenza “per i centri abitati e nelle zone di espansione indicate dal comune”. Non mi risulta che tali indicazioni ci siano mai state.
L’art. 57 , riferendosi agli “abitati rurali” prescrive che in essi “Salvo quanto è prescritto per i centri abitati, chiunque intenda costruire una casa rurale, ……omissis…….., dovrà richiedere l’approvazione dell’autorità comunale.”
Il regolamento dice “abitato” e non “edificio” e il vocabolario De Mauro indica “l’abitato” come “area dove si addensano le abitazioni” quindi non certamente il singolo fabbricato ed in ogni caso il regolamento richiede l’approvazione e non il rilascio delle licenza come invece previsto per i “centri abitati”.
Questo regolamento viene custodito nei cassetti e ogni tanto fa capolino per minacciare non so quale disgrazie e ritorsioni.
Quanti di voi ne hanno una copia?
Invece di giocare a nascondino, (o se vogliamo essere più chiari “a futti compagno”) perché una buona volta l’ufficio non si decide a rendere pubblico il materiale che ha nel cassetto e a decidere, magari assieme ai tecnici, in modo onesto e collaborativi quello che deve intendersi per abusivo e quello che invece è da considerarsi regolare?
La cosa non è per niente irrilevante, esistono un sacco di cittadini che non presentano richiesta di ristrutturazione o manutenzione perché hanno il terrore di andare incontro a guai per la liceità e questi cittadini sono potenziali candidati all’abusivismo per una politica di terrorismo messa in atto dall’ufficio che non avrebbe nessuna ragione di essere.
Perché l’ufficio si deve sempre porre come controparte ostile?
Dobbiamo smetterla di farci trattare come esecutori acefali che non hanno diritto di intervenire sul destino del proprio paese.
FUORI DAL CENTRO URBANO, IN TUTTA ITALIA, NON ERA DOVUTO IL RILASCIO DI ALCUNA LICENZA EDILIZIA PRIMA DEL 2 SETTEMBRE 1967 e se il comune intendesse cambiare tale limite temporale (ma non può) dovrebbe anche applicare la legge N.47/85 modificando le fasce della tabella che decidono le varie tipologie di abuso e conseguentemente le oblazioni perché per noi il secondo periodo non si potrebbe considerare più dal 2 settembre al 29 gennaio 1977 bensì dall’1 gennaio 1952 al 29 gennaio 1977. Che ne dite? Lo facciamo? Tanto la popolazione non protesterà e nelle casse pubbliche entreranno più soldini.
Continuate a stare zitti mi raccomando. C’è tempo per reagire per ora stiamo alla finestra a guardare poi si vedrà.

martedì 10 marzo 2009

PAZZA IDEA! (NATURALMENTE NON DIRETTA AI FURBETTI DEL QUARTIERINO)

ID: 015.04.03
Vista l’assoluta mancanza di organizzazione a quasi tutti i livelli di vita sociale della nostra cittadina mi sento di lanciare una ulteriore proposta ai colleghi.
Perché non costituire un comitato di professionisti che mettano assieme le proprie esperienze e il proprio tempo in forma assolutamente volontaria e gratuita per dibattere su alcuni problemi di tipo burocratico-tecnico-sociale da discutere successivamente con l’Amministrazione comunale nell’ottica del raggiungimento di un livello di massima correttezza e legalità con il minimo sacrificio per il cittadino?
L’idea sarebbe quella di ricevere da parte degli operatori del settore urbanistico una serie di input stonati che generano disagio al cittadino senza un corrispettivo di vantaggi per la collettività e studiare un modo per salvare i classici “capra e cavolo”. Alla fine noi non siamo “comandati” ma “amministrati” da persone a cui abbiamo dato un mandato sulla fiducia. Non dovrebbero essere la nostra controparte ma solo un organo di oculata amministrazione.
Questo lavoro in fondo lo facciamo ogni giorno per cercare di risolvere ora l’una ora l’altra pratica ma alla fine quella procedura adottata rimane un caso isolato che non fa storia e che magari non viene conosciuta da altri che di quella stessa procedura si potrebbero avvalere (siamo sempre al concetto di trasparenza).
I dibattiti possono essere svolti secondo le necessità in forma allargata o ristretta ma alla fine il comitato avrebbe il compito di mediare e proporre le soluzioni possibili all’Amministrazione che potrebbe eventualmente assumere le determine necessarie, e quindi pubbliche, per regolare quelle situazioni sulle quali la legge non è esaustiva.
Ci sono tante cose inutilmente gravose per il cittadino e penso, per esempio, alla facilità con la quale gli uffici chiedono la predisposizione di perizie giurate anziché magari dichiarazioni rese sotto forma di atto notorio con notevole aggravio di spese (non mi dite che è lavoro tolto a noi perché sarebbe degradante).
Ci sono procedure non certe che magari fanno penare più uno piuttosto che un altro (penso alla dimostrazione di liceità del fabbricato che ha urgentissimo bisogno di essere normata in modo onesto perché in questo momento è usata in modo piuttosto discrezionale e discrezione e prepotenza sono divisi da un velo sottilissimo).
Da questo comitato potrebbe nascere anche una forma di autoregolamentazione a cui eticamente e volontariamente ciascun tecnico si sottoporrebbe.
Ma come fate a non avvertire quest’aria di stantio? Aprite le finestre! Fra l’altro il tempo è migliorato.

mercoledì 4 marzo 2009

EURECA! A LIVELLO REGIONALE QUALCOSA SI MUOVE SULLA C.C.E.

ID: 012.01.02
Oggi su "La Sicilia" a pag 11 c'è un articolo interessante su trasparenza e abolizione della C.C.E. Per chi volesse leggerlo lo riporto sui commenti di questo post.

PRESENTATA LA PETIZIONE SULLA “TRASPARENZA” IN FORMA CARTACEA.

ID: 011.02.03
Ormai è quasi un mese che la petizione è stata pubblicata, siamo a 45 firme e possiamo consolarci con il solito “Pochi ma buoni”.

Non ringrazio chi ha firmato perché non hanno fatto un favore a me ma a loro stessi, ma posso invece congratularmi con loro per avere dimostrato senso civico e desiderio di vero cambiamento. La cosa che a Castellammare è considerata veramente il “non plus ultra” del coraggio è dire le cose alla luce del sole, dichiarando la propria identità. E allora diciamo che siamo stati coraggiosi e ci vogliamo esporre ancora una volta:
Camillo Galante Architetto
Martino Di Benedetto Ingegnere
Camillo Gioè Architetto
Francesco Gioè Ingegnere
Gianvito Di Benedetto studente in Ingegneria
Riccardo Gioè Studente
Leonardo Crociata Dottorando di ricerca
Francesco Gianquinto Studente
Francesco Giuffré Sacerdote
Ludovico Ingoglia Ingegnere specializzando
Pietro Gianquinto Studente
Vito Di Bona Libero professionista
Fabio Fundarò Studente
Vincenzo Veneroso studente/barman
Ugo Gioia Pensionato
Angelo Galante Avvocato
Lidia Paradisi Laureanda Architetto
Giuseppe Fausto libero professionista
Vito Mazzara studente
Domenico Grassa Studente
Massimiliano Pisciotta Impiegato
Franca D'anna Impiegata
Antonella Stabile Impiegata
Antonino Di Benedetto Commerciante
Daniele Fundarò Studente
Francesco Poma Impiegato
Vito Fazzino Studente Economia
Vincenzo Longo Studente
Roberto Odisseo Studente
Maria Giovanna Di Liberti Insegnante
Salvatore Ravanà Studente universitario
Antonino Como Studente
Nicolò Zichì Albergatore
Dina Guaiana Estetista
Anna Giglio Studente
Vincenzo Desiderio Studente
Sebastiana Amodeo Studentessa in giurisprudenza
Rino Marino dip. Statale
Vincenzo Longo Studente
Francesca Pilara Disoccupata
Stefano Calabrese Impiegato
Giacomo Galante Geologo
Ilenia Tartamella Studentessa
Francesco Orlando Receptionist
Lorenzo Chiarenza Insegnante
Giovanni Bonanno Ingegnere gestionale

Questa è la nota che accompagna la petizione che ho presentato questa mattina:
..........
Egregio Signor Sindaco,

ero certissimo, e l’evidenza mi ha dato torto, che lei, venuto a conoscenza di questa mia iniziativa, avrebbe giocato d’anticipo dando disposizioni in merito e dimostrando a tutti i suoi detrattori (che ormai non sono pochi) che era solo una dimenticanza e che aveva provveduto, sia pur in ritardo, con un atto spiritoso che si sarebbe dimostrato un forte rilancio per la sua persona (ma lei ha dato già ampia prova che di quello che pensa la gente non gli e ne può importare di meno).

Certo, internet è solo una piccola parte del mondo e non tutti sanno utilizzarla ma io ho voluto provare a vedere qual era la sua potenzialità in piccola scala nel nostro ambiente locale. Ho lanciato sul web l’iniziativa che le allego ed ho aspettato non tralasciando comunque di fare garbati proseliti.

A dire la verità temevo che le opposizioni approfittassero di questa occasione e si lanciassero a cavalcare la tigre in modo strumentale. Da questo punto di vista può stare tranquillo sig. Sindaco, lei non ha opposizione.

Disarmante poi è stata la partecipazione dei tecnici di questo paese, si proprio quelli che in corridoio inveiscono contro la burocrazia opaca invocando procedure certe e oggettive.

Interessante invece è stata la risposta dei giovani che pur dichiarandosi disillusi non hanno rinunciato a dire la loro nella speranza che qualcuno finalmente li consideri cittadini a cui si dovrà consegnare a breve le sorti di questo paese.

Le cose che si chiedono in questa petizione sono talmente banalmente ed evidentemente previste dalla normativa vigente che i commenti “on line” che ho ricevuto sono tutti del tipo “Ma ci vuole una petizione per chiedere queste cose?”
Sul sito” http://firmiamo.it/nonsolochiacchiere” c’è la possibilità di firmare le petizioni “on line”, naturalmente il valore legale è zero ma quello morale e sociale è perfettamente mantenuto. Su tale sito hanno lasciato la loro adesione riconoscibile 45 cittadini, in verità c’è qualcuno (3 o 4) che non vive nel nostro comune ma nell’elenco sotto riportato li ho lasciati perché fanno anche loro opinione.

Lei di questa petizione può farne quello che vuole, ma io non mollerò. In essa ci sono i miei diritti di cittadino che già le ho richiesto ufficialmente per iscritto a livello personale come burocrazia vuole e senza che ad oggi abbia ricevuto alcuna forma di risposta.

Difenderò il mio personale diritto di accesso all’ufficio tecnico che questa Amministrazione mi ha negato e quello di avere procedure certe e trasparenti e spero che questo non voglia necessariamente dire adire a vie legali.

Quello che io chiedo, assieme ai firmatari di questa petizione è semplicemente procedimenti trasparenti, oggettivi e organizzati.

Passo ad esporre:

(SEGUE IL TESTO DELLA PETIZIONE CHE ORMAI CONOSCIAMO)

lunedì 2 marzo 2009

VOGLIAMO PROPORRE QUALCOSA DI BUONO PER LA PROSSIMA REVISIONE DEL PIANO?

ID:010.06.03
Possiamo, in questo spazio, elencare le cose che vorremmo cambiare nel nostro Piano Regolatore. Che ci costa?

VOGLIAMO ELENCARE LE COSE CHE NON VANNO NEL NOSTRO REGOLAMENTO EDILIZIO?

ID:009.06.02
Vogliamo provamo a lavorare in modo costruttivo proponendo di togliere, aggiungere o modificare qualcosa nel nostro REGOLAMENTO EDILIZIO?
Ci siamo lamentati tante volte. Proviamo allora a offrire degli spunti di riflessione in attesa che inizi la penosa trafila degli aggiustamenti.