venerdì 17 settembre 2010

LA MIA PROTESTA DI CITTADINO.

In aggiunta alle azioni ufficiali di opposizione già presentate all'amministrazione, ho voluto rivolgermi direttamente al sindaco come semplice cittadino inserendo un commento sul suo blog nella pagina Comunicato stampa del 3 agosto 2010 .
La riporto di seguito per chi non frequenta quelle zone.

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Signor Sindaco
In questo mio intervento non voglio citare articoli e commi, voglio spogliarmi della mia veste di libero professionista e rivolgermi a lei da ipotetico cittadino qualsiasi, le opposizioni legali le ho fatte in opportuna sede.
Perché vuole espropriarmi di diritti acquisiti per legge in tanti anni? Non permetta che al danno venga aggiunta la beffa.
Prima potevo organizzarmi la vita in modo più consono alle mie condizioni economiche, potevo decidere che era tempo di pensare a costruirmi una casa e quindi di rivolgermi ad un professionista per predisporre il progetto, sapevo che ci voleva del tempo fra Comune, Soprintendenza, Genio Civile ma questo faceva parte del mio programma; pagando il progettista, il geologo, il Calcolista e gli oneri concessori non è che rimaneva tanto per cominciare a costruire anche perché se ritiravo la concessione avevo solo un anno per cominciare e poi tre anni per completare le opere. Si, al Nord è normale ma da noi no. Da noi, da sempre, una casa si è costruita in tempi notevolmente più lunghi. Ma la legge non mi impediva di aspettare il tempo che mi faceva comodo per ritirare la concessione edilizia d'altronde non facevo danno a nessuno, tanto meno all’amministrazione, e al massimo rischiavo di dover ripetere l’esame della C.C.E. se nel frattempo fosse cambiata qualche norma.
Quel lasso di tempo era un polmone importante.
Lo so, non tutti vogliono allungare i tempi, ci sono quelli che hanno soldi e fretta e allora il buon governo regionale nel lontano 1994 decideva di dare una opportunità (non un obbligo) al cittadino che aveva fretta dandogli la possibilità di avvalersi del silenzio assenso; in pratica, solo nel caso in cui avesse deciso di avvalersene presentava la sua bella perizia giurata, il pagamento degli oneri concessori ed andava a costruire sotto la sua responsabilità.
Appunto, sotto la sua totale responsabilità e si sa per costruire in questo comune bisogna saper leggere le leggi nazionali, intersecate con quelle regionali, intercalate con i regolamenti locali e le norme di attuazione, farcite da centinaia di circolari, pareri DRU e sentenze di TAR e Cassazione. E allora qualche timore di dover demolire tutto dopo aver finito può venire e quindi rifletto : - perché devo avvalermi del silenzio assenso? Io voglio la sicurezza che tutti siano convinti del mio progetto, voglio una concessione rilasciata dall’amministrazione competente, aspetterò un tempo maggiore ma vado a costruire in serenità.-
Ad un tratto mi sento dire che la mia pratica è stata archiviata perché io non ho cominciato i lavori entro un anno dai 120 giorni dalla presentazione. Prima mi dite di pazientare, di essere comprensivo e poi mi si viene a dire che la mia pratica è troppo vecchia e viene archiviata senza nemmeno guardarla e con l’assurda motivazione che SI PRESUME CHE DOPO TANTO TEMPO IL CITTADINO ABBIA PERSO L’INTERESSE ALLA PRATICA!!!!
Si resta basiti di fronte a tanta mancanza di rispetto per un popolo che sperava di aver trovato il condottiero coraggioso, inflessibile e giusto per riappropriarsi della propria città e dei diritti civili.
Eppure questa possibilità mi viene ora negata. Da questo momento la stragrande maggioranza delle concessioni edilizie, in base alle disposizione emanate con la Determinazione U.T. n. 1354 e vista la solita carenza di personale, saranno rilasciate tutte con il silenzio assenso e a questo punto, in base al ragionamento riportato nella determina sopra citata, ci sarebbe un fantomatico obbligo di cominciare entro l’anno a pena di decadenza del titolo. Mi viene di fatto espropriato il diritto che avevo fino a ieri di aspettare un congruo lasso di tempo per ritirare la concessione. Nessuna norma obbliga il ritiro immediato, anzi prevede questo caso dando la precisa e scontata indicazione che nelle more del ritiro un eventuale cambiamento di norme rende necessario il riesame da parte del C.C.E.
Vedrà se non sarà così.
Io non riesco a capire perché ha voluto fare il Sindaco. Detesta i cittadini che per lei sono tutti mafiosi o collusi, non attua la trasparenza tanto sbandierata durante i comizi, non si occupa della ordinaria ingiustizia assumendo atteggiamenti da Duce con la scusa che siamo in emergenza e quindi vanno prese decisioni impopolari. Ma ha mai considerato che l’unico fine dell’amministrazione è il benessere e la protezione dei cittadini? Non ci vuole solo repressione ma questa deve essere finalizzata esclusivamente ad un ritorno di benessere sociale che continuiamo ad aspettare mentre ci sentiamo repressi e siamo prevaricati da una burocrazia che non riesce nemmeno ad amministrare se stessa.

lunedì 6 settembre 2010

LA MIA SECONDA OPPOSIZIONE ALLA DETERMINA U.T. n. 1354

Pubblico la mia seconda opposizione nella speranza che qualche collega, convinto dalle argomentazioni esposte, si decida a scendere in campo presentando la sua opposizioni in difesa dei propri clienti che stanno per essere fortemente ed illegalmente danneggiati da una decisione ingiusta ed illegale perchè ritengo che lo debbano ai propri clienti ma più ancora alla loro serietà di tecnici liberi professionisti.

La cosa veramente abberrante è che da questo momento in poi l'unico modo per avere una concessione edilizia sarà quello del silenzio assenso con l'obbligo di cominciare entro un anno e finire entro i successivi tre anni.

Il cittadino viene espropriato del suo diritto di decidere se avvalersi oppure no di questa prerogativa e non potrà più godere del beneficio di attendere a suo piacimento il momento di ritirare la concessione edilizia. Ora l'amministrazione si vuole arrogare il diritto di imporre al cittadino, senza nessun riferimento normativo, tempi di ritiro della concessione quando la legge invece gli da la possibilità di decidere della propria vita in modo più sereno ed organizzato.

Da questo momento dopo i 120 giorni passerà un anno e poi tutto cadrà nella monnezza.

Ma per quale motivo? Quale danno provoca il cittadino all'amministrazione se ha bisogno di un poco di tempo per risanare le sue economie? Quale vantaggio ricava l'amministrazione a far decadere le concessioni edilizie che il cittadino non ha chiesto di avere rilasciate?

La Democrazia prevede che venga sacrificato l'interesse del singolo quando è prevalente quello pubblico, ma io non vedo quale sia l'interesse pubblico nel dichiarare decadute le concessioni.

La legge impone soltanto al cittadino di cominciare entro l'anno dal rilascio della concessione ma prima può aspettare quanto vuole.

E QUESTO E' UN GRANDISSIMO VANTAGGIO CHE NESSUNO PUO' TOGLIERGLI.

MI RACCOMANDO CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI, CONTINUATE A NON ESISTERE, NON FATE RUMORE ..... no gridate,.. che il bimbo dorme! (no grites que los ninos duermen)

RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE!!!

Riporto il testo della mia seconda opposizione.

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Di Benedetto Martino – via Selinunte n. 20 – 91014 – Castellammare del Golfo (TP).
AL SIGN. SINDACO DEL COMUNE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

Oggetto: Opposizione alla Determinazione del Responsabile del IV settore – Reg. Gen. N. 1354 del 26/08/2010.

Il sottoscritto Ing. Di Benedetto Martino, nato a Castellammare del Golfo il 28/10/53 ed ivi residente, con studio in via Selinunte n. 20, nella qualità di libero professionista operante in questo comune e in difesa degli interessi dei propri clienti, facendo seguito alla opposizione già presentata in data 3 sett. 2010 tramite PEC, integra la sopra detta opposizione alla Determinazione in oggetto per i seguenti motivi:

1- A pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:

Considerato che il decorso del termine di 120 giorni dalla presentazione dell’istanza o dalla data di integrazione della documentazione eventualmente richiesta, senza che il Comune abbia provveduto a concludere il procedimento con il rilascio o il diniego di concessione edilizia, comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso;

In merito si ritiene che il silenzio assenso non si sia mai formato e quindi non possa essere considerato decorso il termine annuale per l’inizio dei lavori per i seguenti motivi:

- il decorso del termine di 120 giorni, a norma del comma 5 dell’art. 2 della L.R. n. 17/94 deve essere dimostrato perentoriamente dal richiedente con le modalità di cui al comma 2 dello stesso articolo in quanto tale attestato è l’unico documento valido, nei confronti di terzi, per affermare il sicuro decorso del termine, il contenuto documentale, il numero di protocollo, l’oggetto della pratica edilizia e quant’altro possa identificare in modo certo la pratica stessa.
Ne consegue che le pratiche giacenti presso l’U.T. non possono essere considerate decadute, oltre che per i motivi contestati con la precedente opposizione, anche per il fatto che i richiedenti non sono mai venuto in possesso della “Certificazione di ricevimento” che gli avrebbe permesso di potere eventualmente godere del silenzio assenso.

I due commi in questione recitano:

2. L' ufficio comunale competente, all' atto della presentazione
della domanda di concessione edilizia, rilascia
una certificazione di ricevimento, comunicando
all' interessato il nome del responsabile del procedimento
.

5. La domanda di concessione edilizia si intende
accolta qualora entro centoventi giorni dal ricevimento
dell' istanza, attestato con le modalità di cui al comma
2, non venga comunicato all' interessato il provvedimento
motivato di diniego.
Rimanendo in attesa di vostro cortese riscontro
.

Castellammare del Golfo 06/09/2010
Distinti saluti
Ing. Martino Di Benedetto

venerdì 3 settembre 2010

LA MIA OPPOSIZIONE ALLA DETERMINAZIONE N. 1354 DEL RESPONSABILE U.T.

FACENDO SEGUITO AL MIO INTERVENTO PRECEDENTE

La mia nota di opposizione alla Determinazione 1354 l'ho spedita tramite PEC (Posta elettronica certificata. Quella del Ministro Brunetta vah!) voglio vedere se il nostro comune è tecnologicamente avanzato.

Brunetta dice che vale come una Raccomandata con ricevuta di ritorno a gratis!

Questo il testo della mia opposizione, per i non addetti ai lavori è palloso ma per quelli dell'ambiente potrebbe essere motivo di riflessione.

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Di Benedetto Martino – via Selinunte n. 20 – 91014 – Castellammare del Golfo (TP).
AL SIGN. SINDACO DEL COMUNE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO


Oggetto: Opposizione alla Determinazione del Responsabile del IV settore – Reg. Gen. N. 1354 del 26/08/2010.


Il sottoscritto Ing. Di Benedetto Martino, nato a Castellammare del Golfo il 28/10/53 ed ivi residente, con studio in via Selinunte n. 20, nella qualità di libero professionista operante in questo comune e in difesa degli interessi dei propri clienti presenta opposizione alla Determinazione in oggetto per i seguenti motivi:


1- A pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:

-Considerato che il decorso del termine di 120 giorni dalla presentazione dell’istanza o dalla data di integrazione della documentazione eventualmente richiesta, senza che il Comune abbia provveduto a concludere il procedimento con il rilascio o il diniego di concessione edilizia, comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso;


In merito si ritiene:
- che il decorso del termine di 120 giorni, a norma del comma 5 dell’art. 2 della L.R. n. 17/94 non comporta la formazione della concessione edilizia assentita per silenzio assenso ma solo l’accoglimento della domanda ; per formarsi la Concessione Edilizia assentita occorre che il richiedente si attivi per dichiarare esplicitamente di volersi avvalere del silenzio assenso presentando la perizia di cui al comma 7 della stessa legge senza la quale il procedimento per considerare la concessione rilasciata non si perfeziona e quindi in mancanza di tale produzione documentale esiste solo un parere favorevole per silenzio assenso ma non una concessione edilizia che farebbe decorrere l’anno che determina la decadenza della stessa in mancanza della dichiarazione di apertura dei lavori. La posizione del richiedente, al decorso dei 120 giorni, sarebbe quella equiparabile a chi ha ricevuto comunicazione di parere favorevole della C.C.E. e non esiste alcuna norma che stabilisca un periodo di tempo entro il quale il richiedente debba attivarsi per il ritiro della concessione essendo questi sottoposto alla sola condizione che nel caso di variazioni normative che interessino il progetto esso debba essere nuovamente sottoposto al parere della C.C.E.

Il comma 6 della LR 17/94 recita:
“6. Il titolare della concessione edilizia assentita con le modalità di cui al comma 5 può iniziare i lavori dandone comunicazione al sindaco, previo versamento al Comune degli oneri concessori, calcolati in via provvisoria in base alla perizia di cui al comma 7, e salvo conguaglio,
sulla base delle determinazioni degli uffici comunali.”
Se ne deduce che il richiedente può e non deve iniziare i lavori e che il mancato perfezionamento della procedura prevista dal più volte citato art. 2 comporta che non si possa considerare rilasciata la concessione assentita per silenzio assenso e quindi non si possa invocarne la sua decadenza col decorso dell’anno di inattività in quanto essa non è mai nata.

2- Sempre a pag. 1 della Determinazione in oggetto si afferma:
Accertato che, a fronte di un considerevole numero di pratiche esaminate con esito favorevole sia dalla Commissione Edilizia che dall'ufficio negli anni dal 2004 al 2009, solo il 56% delle istanze sono state definite con il rilascio della concessione edilizia, a riprova del sopravvenuto disinteresse da parte dei richiedenti i quali, dopo avere attivato il procedimento di rilascio di un titolo abilitativo oneroso, non hanno ritenuto di perfezionare le pratiche attraverso la produzione dei documenti ed il pagamento degli oneri richiesti, per sopravvenute ragioni (personali, economiche, ecc.) che hanno determinato, di fatto, una “momentanea” archiviazione della pratica per un periodo anche molto lungo;

Si ritiene che:
L’accertamento può riguardare il dato oggettivo della percentuale di pareri positivi da parte della C.C.E. rispetto alle concessioni rilasciate ma non è assolutamente automatico che questo derivi da “sopravvenuto disinteresse”, ma visto le difficoltà dell’ufficio potrebbe anche derivare da procedure non attivate dallo stesso nonostante ripetuti solleciti da parte dei richiedenti e dei loro tecnici, oppure deriva dal fatto precedentemente accennato che non esiste una normativa che obblighi il cittadino a ritirare la concessione entro un lasso di tempo prestabilito. Preciso che il sottoscritto per tutte le pratiche che lo riguardano ha sempre ripetutamente richiesto il rilascio del titolo abilitativo senza ottenere risultati. Ritengo che il ” sopravvenuto disinteresse” debba essere dimostrato per ciascuna pratica anche mediante il silenzio dei richiedenti in risposta ad un avviso pubblico in quanto il cittadino ha speso somme rilevanti per presentare l’istanza.


3- a pag. 2 della Determinazione in oggetto si afferma:
Considerato che una iniziativa in tal senso può ragionevolmente incontrare il favore sia dei tecnici che dei cittadini i quali si troverebbero nelle condizioni di ricevere dall’Amministrazione la garanzia di ottenere il provvedimento esplicito entro 120 giorni dalla presentazione della nuova istanza, fermo restando ovviamente che il progetto, presentato contestualmente all’istanza, sia completo di tutta la documentazione obbligatoria prevista dal vigente regolamento edilizio oltre che, ovviamente, conforme al vigente PRG;


L’affermazione mi sembra gratuita in quanto sembra del tutto evidente, dal tenore del documento, che l’ufficio urbanistico si stia organizzando per concludere i procedimenti solo per silenzio assenso ed eventualmente per i dinieghi diminuendo drasticamente la mole di lavoro e caricando tutte le responsabilità sulle spalle del tecnico libero professionista. Tale tattica può anche essere condivisa con le opportune precisazioni ma allora rimane tempo per un doppio canale che permetta, sia pure lentamente, a chi onestamente aspetta da quattro anni di vedere concluso il suo procedimento o attraverso una eventuale necessaria integrazione documentale o attraverso la procedura del silenzio assenso senza preclusioni di date che non trovano alcuna giustificazione se non nel volere cancellare un pregresso di cui il cittadino non ha colpa alcuna. L’archiviazione troverebbe un significato solo per motivi oggettivi e specifici per ciascuna pratica. Non si vede perché ci debba essere un trattamento diverso fra cittadini che presentano la pratica oggi e quelli che l’hanno presentata quattro anni fa. Oltre il danno la beffa.


In ogni caso il parere del DRU con nota prot. N. 65407 del 14 nov. 2001 sottolinea:
-Riguardo all’ultimo quesito posto si evidenzia che, anche nel caso di decadenza della concessione edilizia – tacitamente assentita - per mancata comunicazione dell’inizio dei lavori entro un anno decorrente dal 120° giorno dalla presentazione della domanda, debba provvedersi con apposito provvedimento amministrativo, da precedersi però con la comunicazione all’interessato (ai sensi della legge regionale n. 10/91) dell’avvio del relativo procedimento.-


Non si può quindi fare un provvedimento generalizzato e avulso dal contenuto e dall’iter della pratica presentata ma deve essere motivatamente riferito a ciascuna pratica con la sua storia burocratica.


4- In merito alle altre considerazione relative al nuovo quadro normativo, si legge:
RILEVATO, pertanto, che alla data odierna risulta sostanzialmente mutato il quadro di riferimento normativo e procedimentale che disciplina l’attività edilizia nell’ambito del territorio comunale a partire dalle Norme Tecniche di Attuazione del PRG;


Il sottoscritto ritiene che la variazione del quadro normativo e procedimentale non può essere valutata in modo generalizzato ma con riferimento alla storia di ciascuna pratica. Esistono richieste che non sono interessate da alcuna variazione sostanziale che non possa essere sanata con una integrazione. L’eventuale archiviazione non può prescindere dalla storia della pratica stessa e dei diritti personali del richiedente.

Per i sopra esposti motivi il sottoscritto chiede che vengano rivisti i termini di archiviazione delle pratiche pregresse di cui ai punti 1, 2 e 3 della Determinazione n. 1354 del del 26/08/2010 che non possono essere legati alla data dell’1/4/09 indipendentemente dalla storia dei ripetuti solleciti rimasti senza riscontro da parte dell’ufficio.


Si manifesta stupore per come l’amministrazione stia tentando arrogantemente di utilizzare una norma che nasce a difesa dei diritti del cittadino in un cavillo, non senza grosse forzature, per danneggiarlo.

Si esprime preoccupazione nell’osservare in quale considerazione questa amministrazione tiene il cittadino vedendo in lui la controparte e non la persona che lo ha delegato e pagato per rendergli la vita più facile e garantire una legalità che in questa città non ha più domicilio.
Rimanendo in attesa di vostro cortese riscontro.
Castellammare del Golfo 03/09/2010
Distinti saluti
Ing. Martino Di Benedetto

COSA DA NON CREDERCI!!!!

Finalmente il comune ha deciso di applicare la normativa e le procedure che ormai da tempo immemorabile chiedo che siano applicate e precisamente il rilascio della certificazione di presentazione di pratica edile ed il rispetto dei termini di formazione del silenzio assenso (Attenzione la norma è del 1994 cioè di 16 anni or sono. Meglio tardi che mai).

Allora direte ma dove stà l'incredibile? Ora vengo e mi spiego.

La norma sul silenzio assenso nasce come ripiego in considerazione dei lunghissimi periodi di istruttoria da parte degli uffici tecnici dei comuni. Il governo regionale per venire incontro al cittadino fissa dei termini perentori trascorsi i quali il cittadino, se vuole, effettua degli adempimenti indispensabili previsti dalla stessa legge e va a costruire a suo rischio e pericolo nel caso ci fossero delle imprecisioni o errori interpretativi della norma (Se vogliamo è un procedimento molto pericoloso per la giungla di normative non sempre chiare e al volte contraddittorie) ma in ogni caso se il cittadino e il suo tecnico se la sentono possono avvalersi dell'agevolazione.

Il perno della questione sta proprio nel fatto che questa è una agevolazione di cui il cittadino poteva avvalersi oppure no.

Cosa fa l'amministrazione? Rende obbligatorio il procedimento del silenzio assenso e rlancia con una porcheria da manuale del Menga per buttare nel cestino tutte le pratiche presentate negli anni passati e rimaste ancora inevase non per colpa del cittadino che ha comunque speso bei soldini per la presentazione della stessa.

Ecco il colpo da maestro: le pratiche presentate in passato dopo i 120 giorni previsti dalla norma si considerano (e quì stà l'interpretazione contestabile) con Concessione edilizia rilasciata quindi per legge entro un anno bisognava aprire i lavori, questo non è stato fatto e quindi tutte le concessioni si considerano decadute e le relative pratiche archiviate in un solo colpo.

Tralasciando l'aspetto strettamente legale che ho esposto nella mia opposizione scritta per come norma prevede e che metterò a disposizione di chi volesse leggerla voglio qui esaminare l'aspetto morale di questa decisione.

Dopo tutti questi anni l'amministrazione decide in modo quanto meno garibaldino che può mandare al mecero tutte le aspettative dei cittadini e dire: 1 a 0 e palla al centro senza seguire alcuna procedura legale. Il cittadino viene visto come la controparte e non come colui che ha delegato e pagato affinché gli rendessero più facile la vita.

Hanno ottenuto in un attimo due cose importanti:
- creare una nuova procedura tutta a carico del cittadino riservandosi la prerogativa di fare solo atti di diniego;
- hanno azzarato le pratiche in giacenza.

Bravi!! E allora il personale diventa esuberante e possiamo mandarne a casa una buona parte perché non si capisce cosa faranno se tutto sarà ricondottoalla sola vigilinza e repressione.
Ma visto che per le nuove pratiche non necessiterà molto tempo si poteva continuare a istruire quelle pregresse rispettando legge e rapporti umani oltre che civili.

Ma perché non riesco a fare degli interventi più concisi? Non ho il potere della sintesi. Mi taccio, ma ritornerò sull'argomento.