domenica 15 marzo 2009

Ma avete letto qualcosa sul PIANO CASA?

ID: 018.06.05

L'arch. Camillo Gioè ha postato questa nota che merita uno spazio apposito visto l'estrema importanza e delicatezza dell'argomento.

Ecco cosa ha riportato:
Ecco una sintesi tratta dal sito dell'Ordine degli Architetti:
"Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori accoglie positivamente la notizia di un atto legislativo che semplificherebbe l'attivita' edilizia privata". Lo afferma, in una dichiarazione il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Raffaele Sirica. "Ci auguriamo - prosegue la dichiarazione - che esso possa raggiungere l'obbiettivo di una sostanziale accelerazione e certezza delle tempistiche di procedure oggi estremamente farraginose, tutto cio' senza ledere il paesaggio, l'ambiente e le bellezze artistiche del nostro paese".

AGI) Riforme per la casa: allo studio l'abolizione della licenza edilizia.

Deregulation per l'edilizia. Una certificazione del progettista potrà sostituire i permessi. Il Governo punta alla semplificazione nel settore delle costruzioni. Per l'attività edilizia il permesso di costruire potrebbe essere abolito e sostituito da una certificazione di conformità firmata dal progettista. Allo studio anche l'autorizzazione «ex post» per chi interviene in aree vincolate a condizione che i lavori non arrechino danni. (...)
Continua nei commenti ...................................

3 commenti:

MARTINODB ha detto...

Continua l'intervento dell'Arch. Gioè
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Così come annunciato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si abolisce il permesso di costruire. Viene meno cioè l'attività discrezionale e di controllo svolta dalle amministrazioni. Al suo posto nasce la «certificazione di conformità», un via libera che viene dal progettista dello stesso intervento, il quale deve attestare sotto la propria responsabilità la piena regolarità delle opere. La certificazione può essere utilizzata anche per la nuova edificazione, così come per le ristrutturazioni che comportano aumenti di volume o di altezza. Insomma, per tutte le ipotesi che prima prevedevano il permesso di costruire. Allo stesso tempo si pensa di ampliare l'area di attività edilizia del tutto libera, quindi che non necessita di alcuna dichiarazione o autorizzazione. Ma tra le ipotesi che i tecnici stanno ancora verificando c'è anche quella, molto forte, di rendere sempre possibile l'autorizzazione in sanatoria per tutti gli interventi edilizi già compiuti in aree vincolate, in assenza o in difformità dall'autorizzazione paesaggistica. Una sorta di sanatoria perenne, con l'unica condizione che i lavori non rechino danni ai beni tutelati. E in più con il depotenziamento del parere della Sovrintendenza che non verrebbe considerato più vincolante.
............. concedere la possibilità per tutti gli immobili di ampliare la superficie del 20% anche in deroga a quanto previsto dai piani e di abbattere e ricostruire con un premio di cubatura. Ancora cauta la posizione dei costruttori dell'Ance, che da un lato vedono di buon occhio l'apertura alla demolizione e ricostruzione per migliorare la qualità del patrimonio edilizio italiano, ma dall'altro vogliono verificare le garanzie del pacchetto casa per evitare che dalla semplificazione si passi alla deregulation selvaggia

Allo stesso tempo un altra delle questioni che dovrebbero trovare posto nel disegno di legge è la semplificazione delle autorizzazioni per interventi edilizi in aree vincolate. L'ipotesi allo studio è quella di riunire in un unico momento le autorizzazione necessarie.
Sul modello della conferenza di servizi già prevista per le opere pubbliche o per gli insediamenti produttivi, che in un'unica sede fornisce le autorizzazioni per i beni vincolati, per le costruzioni in zona sismica e per tutti gli altri tipi di nulla osta necessari per le costruzioni. Di uno sconto fiscale del 20% sugli oneri di urbanizzazione, cioè sui costi fissi dovuti ai Comuni da coloro che realizzano interventi di costruzione e di trasformazione edilizia ha parlato ieri Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture con delega per le politiche abitative.
....................... il governo pensa di sostituire i permessi per costruire con autocertificazioni asseverate dai progettisti. Sicuramente è un valido indirizzo, del resto non nuovo, ma che per essere efficace deve tuttavia essere accompagnato non solo dalla radicale semplificazione legislativa, ma anche dalla fissazione di tempi oltre i quali non sarà più possibile impugnare i procedimenti auto certificati. E ciò per alcuni motivi di fondo. Oggi è quasi impossibile certificare il rispetto della congerie di leggi, regolamenti, indirizzi di giurisprudenza, norme tecniche, norme locali, che si stratificano sul procedimento amministrativo. Di conseguenza tutti i procedimenti auto certificati potranno essere facilmente attaccati e con essi le amministrazioni locali che li avranno tacitamente assentiti. Infatti, poiché un'innovazione come quella enunciata, non deve nemmeno divenire il cavallo di Troia per provocare ulteriori misfatti territoriali, è indispensabile che i comuni possano mantenere il potere d'intervenire. La necessità è dunque di consentire loro di farlo, ma anche che ciò debba avvenire in tempi brevi e essenziali, trascorsi i quali gli interventi devono ritenersi non più revocabili, salvi i casi di falsi e di illeciti comportamenti. Diversamente il contenzioso e l'incertezza, già molto grandi, sono destinati ad aumentare ancora e a svuotare l'iniziativa di gran parte della sua potenziale efficacia, che invece dovrebbe concretizzarsi in una sorta di «procedimento tombale». Non basta infatti attribuire la responsabilità del procedimento al soggetto più debole e esposto, l'architetto o l'ingegnere progettisti, con il relativo nuovo carico di responsabilità civili e penali non compensate (che i professionisti comunque non rifiutano), per uscire veramente dalla palude burocratica. Bisogna proprio prosciugarla, e ciò si ottiene soltanto riducendo quella complessità normativa che dona ampi poteri d'interdizione ai soggetti che per scopi di potere o di politica o di concorrenza economica, esercitano interessi in contrasto non sempre confessabili, ma troppo spesso ammantati di nobili principi e di motivazioni di pubblica utilità.
...... il segreto è allora d'accompagnare la semplificazione normativa con la fissazione di tempi certi e definitivi, sia per il compimento delle procedure autorizzative, sia per i pronunciamenti dei tribunali amministrativi, tempi oltre i quali deve scattare il silenzio assenso e la responsabilizzazione dell'eventuale inerzia della funzione pubblica. Sono provvedimenti che in un colpo solo ridurrebbero grandemente il costo della burocrazia, metterebbe in moto capitali e lavoro, e toglierebbero soprattutto gran parte di quella discrezionalità che è la vera fonte della poca trasparenza della quale tradizionalmente soffre il settore.


«Questa è un'indicazione quadro che daremo alle Regioni. Saranno loro che dovranno fare la legge e potrà esserci qualche Regione che non la farà», come nel caso della Calabria e delle Marche, che hanno già detto di no. Mentre il Veneto si accinge a fare da apripista portando il progetto all'approvazione della Giunta già martedì prossimo.

Già oggi, dopo la legge obiettivo voluta dallo stesso Governo Berlusconi, è sostanzialmente possibile sostituire la Dia in tutti gli interventi purché conformi ai piani urbanistici. Allo stesso tempo sarà snellito l'iter per le autorizzazioni paesaggistiche, ovvero il sì della Sovrintendenza agli interventi edilizi in aree vincolate, che oggi prende 45 giorni. A livello locale, invece, se la Regione deciderà di seguire le indicazioni del Governo, sarà consentito ampliare del 20% la volumetria «dei fabbricati esistenti». L'idea del Governo è quella di rendere possibile l'intervento sia sulle abitazioni singole (più di sei milioni, ovvero il 25% del totale secondo l'Istat) sia nei condomini «previo il via libera dell'assemblea» come ha precisato ieri il sottosegretario alle Infrastrutture con delega alle politiche abitative Mario Mantovani. Nei condomini, quindi, lo spazio in più potrà essere ricavato anche dalla chiusura di una veranda o dal lastrico solare. Per la prima volta poi saranno possibili interventi di demolizione e ricostruzione di edifici costruiti prima dell'89 con un premio di volumetria che normalmente è del 30% ma che può arrivare al 35% se si investe sul risparmio energetico e questo ha già suscitato il plauso dell'indotto dell'edilizia che si esprime attraverso la Finco. Ieri però sono arrivate alcuni «no» a livello regionale. Così per il Governatore del Lazio, Piero Marrazzo, «è l'idea di fondo che è sbagliata visto che si consente di andare in deroga ai piani regolatori». Riserve sono state espresse dal presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo secondo cui l'Isola «ha sofferto a lungo per l'abusivismo e quindi bisogna stare attenti alle cubature».

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Il premier Silvio Berlusconi promette: il piano avrà effetti straordinari sull'edilizia e non ci saranno abusi.


è lo stesso Cavaliere: «Dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente». Di un'abitazione o una camera aggiuntiva per le giovani coppie aveva parlato poco prima il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Decisivo sarà il ruolo di Regioni ed enti locali.

In vista c'è anche un maquillage del testo unico dell'edilizia e il codice "Urbani" sui beni culturali. Fermo restando il rispetto delle norme in materia di distanze e di vincoli ambientali e paesaggistici e il divieto di ampliare la cubatura degli edifici abusivi, potrebbero cambiare le procedure e i tempi per l'autorizzazione da parte dei sindaci. Al posto del permesso di costruire, infatti, dovrebbe spuntare la perizia giurata del progettista. Novità, inoltre, per le sanzioni, che saranno solo amministrative per gli abusi più lievi mentre verranno aggravate per quelli riguardanti beni "sotto vincolo". E più spazio, infine, al ravvedimento operoso.


Previsioni che preoccupano l'opposizione. Di norme «confuse e pericolose» e «piano devastante» parla Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Pd. Perplessi anche i governatori di centro-sinistra. «Stupito e preoccupato» il presidente della Conferenza delle regioni, l'emiliano Vasco Errani, che condanna «un'iniziativa centralista tesa a superare l'attuale ordinamento con rischi evidentissimi di produrre gravi effetti sull'assetto del territorio». Contrari anche i suoi colleghi di Umbria, Maria Rita Lorenzetti, e Calabria, Agazio Loiero. Mentre il vicepresidente dell'Anci e deputato del Pdl Osvaldo Napoli intravede un'operazione «positiva sia per i cittadini che per i Comuni».

Un piano in più ogni cinque: è la lezione Usa Lo Stato può adottare principi in materia edilizia suggerendo alle Regioni alcune linee di indirizzo. E sarebbero proprio alcuni indirizzi quelli che lo Stato intende attivare prevedendo la possibilità di ampliare del 20% il volume esistente per le residenze e, per gli edifici produttivi, di ampliare la superficie coperta in uguale proporzione. Se poi si volessero effettuare adeguamenti qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici o di sicurezza, si prevede la possibile demolizione e ricostruzione con un aumento del 30% (di volume o superfici, a seconda se residenze o attività produttive) e del 35% nel caso si utilizzino tecniche di bioedilizia ed energie rinnovabili. In pratica, per tutte le zone non vincolate (esclusi quindi i centri storici e le zone di pregio ambientale) si potrebbe realizzare un piano in più su ogni edificio di cinque piani, mentre per adeguamenti a standard (per adesso energetici, tecnologici, impiantistici) si applicherebbe una "super Dia" (dichiarazione di inizio attività) accollando ai progettisti l'intera responsabilità della demolizione e nuova costruzione con ampliamento. Norme di questo tipo sono allo studio anche negli Stati Uniti per adeguamenti energetici (si veda Nova-Il Sole 24 Ore del 5 marzo) e sembrano in sintonia con la legge statale 115/08 e il Dpr approvato il 6 marzo 2009 (nel settore energetico), nonché con il decreto ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008 (in materia di impianti). Non vi è invece traccia di altri tipi di standard da raggiungere, e in particolare sarebbero tutti da inventare i requisiti «qualitativi ed architettonici» che potrebbero motivare una demolizione integrale con successivo premio del 30% di ulteriore volume o superficie produttiva. Una tappa precedente l'attuale semplificazione si trova nell'articolo 5 della legge 443/2001 - che ha introdotto la "super Dia", responsabilizzato i progettisti e azzerato gli incrementi di volumetria necessari per l'adeguamento antisismico - e nell'articolo 11 del decreto legislativo 115/08 che prevede un'elasticità fino a 30 centimetri per distanze ed altezze qualora, attraverso lavori edili di riqualificazione, si ottenga un miglioramento delle prestazioni energetiche. Poiché tuttavia la materia urbanistica è di competenza regionale, e i premi di volumetria sarebbero dirompenti sulla pianificazione locale, è opportuno ricordare che le Regioni non hanno tollerato invasioni di campo da parte del legislatore statale, nemmeno quando si discuteva di limitati incrementi di patrimonio edilizio a seguito di condono (leggi 326/2003 e 191/2004, per interventi eseguiti entro il marzo 2003).

Gli incentivi che lo Stato medita di varare non riguardano comunque luoghi vincolati sotto l'aspetto paesaggistico e ambientale, né quelle zone che i Comuni possono individuare come sature o di pregio ambientale. In controluce si intravede un'ipotesi di sanatoria degli abusi che possano avere un alibi impiantistico o energetico, oppure per le irregolarità inferiori al 30% del volume esistente, che sembrerebbero peccati veniali e non rischiano la demolizione.

MARTINODB ha detto...

Pubblico pure una nota pervenutami dall'Ing. Vito Pipitone:
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SOLUZIONE DELLA CRISI ECONOMICA?

Facile!

Ingrandiamo le nostre case!



Così ci dice, mostrando il solito infinito ottimismo accompagnato da un sorriso smagliante il nostro Presidente del Consiglio.

Ci comunica, con tutto lo charme di cui è capace, che il decreto legge che si appresta a varare consentirà a tutti noi di poter ampliare del 20% la superficie delle nostre case.

Mi sorge però un angosciante dubbio:

Prima di darci una così bella notizia si è consultato con un funzionario del Genio Civile, un trecnico o un manovale dell’edilizia per verificare che ciò che lui si appresta a permetterci con una legge dello Stato sia effettivamente fattibile?



Spero di sbagliarmi ma o credo proprio di no!



Infatti, un aumento di volume edilizio in una casa di campagna di un normale cittadino italiano o in una delle tante sue lussuose ville, che non comporti sopraelevazioni ma un aumento della superficie coperta al piano terra è certamente possibile, specie in zona agricola in cui si hanno indici di edificabilità bassissimi.



Lo stesso non accade in un appartamento in città.



In questo caso per aumentare il volume edilizio si possono chiudere i balconi e verande deturpando l’estetica della struttura edilizia.

Infatti, non si potrà certamente imporre a tutti gli inquilini di un condominio di chiudere i loro balconi o verande. Solo alcuni lo farebbero e quindi queste chiusure a macchia di leopardo deturperebbero irrimediabilmente l’aspetto estetico dell’edificio e la sua identità architettonica.

Inoltre queste modiche implicherebbero un significativo aumento di peso sulla struttura portante esistente e richiederebbero, per avere l’autorizzazione del Genio Civile come è prassi normale, un ricalcolo di tutta la struttura dell’edificio ed un suo adeguamento per resistere ai carichi aggiuntivi dovuti all’aumento del volume edilizio.

Tutto questo è certamente fattibile ma con costi certamente altissimi.

Ma tutto questo per il nostro presidente del Consiglio è marginale oppure dobbiamo pensare che si tratti della sua ennesima estemporanea esternazione.



A dda passà a nuttata! Che Dio ci protegga!

Camillo Gioè ha detto...

Se, passata la nottata, al risveglio ci attende Franceschini, o Rutelli, o Veltroni, o Di Pietro....o peggio ancora il redivivo Prodi....allora, mi consenta, meglio il Cavaliere!!!!