giovedì 5 febbraio 2009

Quando si dice "Facciamoci del male!"

ID:001.01.01
Noi siamo fatti così. Ci piace farci del male, infilarci un dito nell'occhio e poi girarlo, girarlo......

Se affermo che la Commissione Comunale Edilizia, così come è utilizzata adesso, è non solo inutile ma anche parecchio dannosa pensate che esagero?
Parliamone.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ritengo che la commissione edilizia sia uno strumento consultivo che debba esprimersi in caso di interventi che incidano in maniera significativa sul territorio, per cui occorra insomma una valutazione complessiva che non investa esclusivamente l'aspetto tecnico.
Subordinare al parere della commissione gli interventi edilizi perfettamente regolamentati dalle norme tecniche di attuazione del P.R.G. è a mio avviso una inutile perdita di tempo, dannosa ed anacronistica. Mi risulta che molti comuni ragionano in maniera diversa. Presupposto fondamentale è il funzionamento dell'U.T., nel senso che le pratiche dovrebbero essere assegnate, istruite ed evase secondo competenza e trasparenza, mettendo ognuno nella condizione di assumersi in toto le proprie responsabilità, sia noi tecnici progettisti che i funzionari comunali. Insomma, come ribadito in altra sede, se il cittadino, una volta presentata una istanza tesa ad ottenere un qualsiasi titolo autorizzativo, possa seguire in maniera chiara e trasparente l'iter amministrativo della pratica, così come previsto dalla legge, e la stessa venga istruita ed evasa in tempi ragionevoli, credo che sarebbe una buona base di partenza ed eviterebbe le inutili trafile da parte di tecnici e cittadini presso gli uffici stessi nel tentativo, quasi sempre vano di chiedere lumi di questa o quella pratica!!! Sarebbe un segno di civiltà!!! Il dirigente dovrebbe fare la sua parte supervisionando i singoli provvedimenti e rilasciando i titoli autorizzativi. Ma questo implicherebbe che ciascuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, cambiando un pò la mentalità corrente secondo la quale nessuno è responsabile di niente. Questo presuppone una organizzazione ottimale degli uffici e delle risorse umane. Io saprei bene come fare, spero che il nostro Sindaco, opportunamente stimolato da noi professionisti possa intraprendere le opportune iniziative per il bene di Castellammare. In questo non sento una sufficiente presenza degli assessori ingegneri, ma potrebbe essere un mio problema.
Spero che queste mie riflessioni possano servire da spunto per ulteriori approfondimenti, mettendo da parte polemiche e insinuazioni inutili.
Ing. Francesco Gioè

MARTINODB ha detto...

Ci siamo fatti scappare una magnifica occasione per eliminare la C.C.E.. Bastava inserire questa volontà nella "riconferma" della ormai tristemente famosa e dannosissima Delibera n. 30 dei Commissari.
Dobbiamo fare in modo di convicere l'Amministrazione che mantenere questa commissione è una posizione oscurantista e deleteria per l'economia del paese.
Sarei curioso di sapere se esistono nei dintorni comuni che hanno mostrato uno spirito illuiminato eliminando la C.C.E.
QUALCUNO PUO' RISPONDERMI?
Mi piacerebbe sentire anche qualche intervento a favore dell'esistenza della commissione, il fatto che io non ne trovi nemmeno una non vuol dire magari che non ne esistano.
Attendo notizie.

MARTINODB ha detto...

Cercando sul WEB sono incappato in questo documento, redatto dal Segretario Generale del Comune di Mazzarino, che qualcosa la dice. Vogliamo provare a leggerlo?

"Ferro Carolina
La Commissione edilizia dopo il testo Unico sull’edilizia. Problematiche applicative in Sicilia.
La questione circa il mantenimento in vita della Commissione edilizia si deve affrontare sul piano della: 1) semplificazione amministrativa;2) separazione di competenze tra gestione e indirizzo politico;3) obbligo di non aggravare il procedimento amministrativo ai sensi dell’articolo 1 della 241/90.
Tenendo altresì conto che la Regione Sicilia, in forza dell’articolo 14 dello Statuto Regionale, in materia edilizia ed urbanistica ha competenza esclusiva, ma come si argomenterà più avanti, l’esistenza della Commissione edilizia, all’interno del procedimento amministrativo per il rilascio della concessione edilizia esula dalla competenza urbanistica ed edilizia per inserirsi invece nell’ambito del modello organizzativo del procedimento amministrativo per il rilascio delle concessioni edilizie, aspetto che, non solo dopo l’emanazione del Testo unico dell’edilizia è rimesso all’autonomia di ciascun Ente, e rafforzato successivamente anche dalla riscrittura del Titolo V, che né allo Stato né alle Regioni attribuisce competenza legislativa nell’ambito dei procedimenti amministrativi, riservando invece alle autonomie locali la competenza a disciplinare il procedimento stesso.
La Regione Sicilia all’articolo 2,comma 3 della legge regionale 17/94 prevede l’obbligatorietà del parere della Commissione edilizia, parere la cui esistenza è stata posta in dubbio fin dal 1997, con la legge 449/97 articolo 41, norma che da qualche pronuncia giurisprudenziale(T.A.R Calabria sent. 148/99) è stata invocata per ritenere ormai soppressa la Commissione edilizia.
La ricerca della norma che fissa, attualmente vigente, l’obbligatorietà del parere della Commissione edilizia,tenuto conto della competenza esclusiva della Regione Sicilia nell’ambito dell’edilizia, va inquadrata necessariamente, nell’ambito delle riforme economico –sociali (L.59/97, T.U edilizia) che hanno investito nell’ultimo decennio la pubblica amministrazione e cioè:

1) Sul Piano della Semplificazione amministrativa.
Occorre evidenziare che dal 1990, dopo 60 rapporti sulla semplificazione, commissionati dalle amministrazioni centrali, si arrivò alla determinazione di attribuire alla autonomia normativa, organizzativa di ciascuna amministrazione la scelta del mantenimento in vita delle commissioni, dei comitati e degli organismi che, pur operando all’interno dell’attività consultiva, in un certo qual modo, appesantivano l’iter istruttorio – procedimentale pur sempre finalizzato alla emanazione del provvedimento finale.
La legge bassanini 59/97 all’articolo 20 stabilì che ogni anno il Governo presenta al parlamento un disegno di legge in materia di semplificazione amministraiva sul piano normativo e procedimentale, attribuendo ad una legge delega il compito di operare un riordino normativo nell’ambito della urbanistica e dell’edilizia, stante la stratificazione normativa succedutati nel corso degli anni.
Con il Testo Unico il Governo ha inteso individuare il testo vigente delle norme, nonché l’indicazione delle norme vigenti e abrogate ed il coordinamento formale del testo delle disposizioni ancora in vita. Rilevante è poi l’attività di delegificazione delle norme primarie concernenti gli aspetti organizzativi e procedimentali afferenti alla materia edilizia, secondo i criteri fissati dall’articolo 20 della legge 59/97.
Sul piano procedimentale si segnala lo snellimento della procedura per il rilascio della concessione edilizia, attraverso l’eliminazione della obbligatorietà del parere della Commissione edilizia ( la cui sopravvivenza è rimessa all’autonoma scelta dei Comuni) e l’introduzione, seppure con alcuni limiti, dell’autocertificazione in sostituzione del parere dell’azienda sanitaria locale.[1]
La scelta di abolire la Commissione edilizia, quale organo consultivo necessario per il rilascio della concessione edilizia, coerente con gli attuali obiettivi del nostro legislatore di operare drastiche riduzioni dell’attività consultiva nella pubblica amministrazione, è dettata dalla consapevolezza che il traguardo di una amministrazione pubblica più efficiente impone anche di differenziare e disarticolare i modelli organizzativi e i regimi normativi per adattarli alle diverse situazioni concrete.
Il Testo Unico sull’edilizia, che in Sicilia non si applica nella sua interezza, in quanto vi è una competenza esclusiva nell’ambito della urbanistica e dell’edilizia, all’articolo 4, comma 1 e 2 precisa che, rientra nella discrezionalità dell’amministrazione comunale il mantenimento o la soppressione della Commissione edilizia e, nei casi in cui la stessa sia mantenuta, la delimitazione delle sue competenze, ivi compresa la pronuncia di pareri e la loro obbligatorietà( cfr.art. 4 T.U).
Il Consiglio di Stato nel parere fornito allo schema di T,U sull’edilizia distingue tra norme primarie (quelle a contenuto sostanziale) e norme primarie delegificate (quelle procedimentali e organizzativi) e norme secondarie che sono rimaste tali.
Si aggiunge inoltre che sul piano del procedimento, rileva ancora l’Amministrazione, in attuazione dei criteri dell’articolo 20 L-59/97, gli aspetti innovativi di maggiore rilievo, per ciò che attiene alla semplificazione procedimentale, sono i seguenti : a) istituzione dello Sportello Unico dell’Edilizia; b) snellimento della procedura per il rilascio della concessione edilizia, attraverso l’eliminazione dell’obbligatorietà del parere della Commissione edilizia”.

2) sul piano della separazione delle competenze : Politica e Gestione
L’attuale composizione delle Commissioni edilizie, con la presenza del Sindaco o di un suo delegato si pone in contrasto con l’assetto delle competenze, basato sul principio della distinzione tra Direzione politica e Direzione gestionale[2] che così si riassume:
“Non puo’ non tenersi conto delle profonde innovazioni normative che hanno introdotto nell’ordinamento il principio, di portata generale, della netta separazione fra le funzioni di indirizzo politico- amministrativo(proprie degli organi politici e di governo) e di quelle di gestione (proprie dei dirigenti).
Tale principio già enunciato dall’ articolo 3 del decreto legislativo 29/93, per gli Enti locali è stato riaffermato dall’articolo 6 della legge 127/97.
Ne consegue che la presenza di organi politici nella commissione edilizia, deputata a pronunciarsi su richieste di autorizzazioni, concessioni edilizie, non è più consentita dall’attuale assetto normativo.
Occorre sottolineare che l’abolizione dell’intervento della Commissione edilizia è stata sospettata di illegittimità, in quanto, pur riconoscendosi che si trattava di un organo in via di sparizione, viene attribuita portata precettiva alla disposizione di cui al comma 3 dell’articolo 4 del decreto legge 398/1983 che prevede il parere obbligatorio della commissione nel procedimento volto al rilascio della concessione.
L’obiezione è facilmente superabile perché la materia procedimentale è delegificata, per cui considerando l’intervento della Commissione edilizia come momento procedimentale, il parere della Commissione imprescindile ai termini della normativa in materia edilizia.
Questa è l’errata impostazione che fornisce anche l ufficio legislativo e legale della Regione Sicilia[3], secondo il quale nella Regione Sicilia resisterebbe l’obbligatorietà della Commissione edilizia in virtù della legge regionale n° 25 del 1997.
L’eliminazione della Commissione edilizia non è da ricondurre alla materia urbanistica ed edilizia su cui la regione ha competenza esclusiva ma attiene alle norme procedimentali ovvero a come si vuole costruire il procedimento amministrativo per il rilascio della concessione edilizia.
Come si spiegherebbe che gli enti locali del resto dell’Italia hanno potere organizzativo e normativo in merito alla eliminazione o mantenimento della Commissione Edilizia e i comuni della regione Sicilia, in dispregio della normativa di portata generale, avente rilievo di riforma economico – sociale, resterebbero vincolati al mantenimento della Commissione ed a un suo funzionamento illegittimo in dispregio della normativa sulla separazione delle competenze poiché la legge regionale richiede ancora la presenza del Sindaco o di un suo delegato.
Il modello organizzativo da introdurre, a supporto delle responsabilità dell’ufficio innanzi a certi casi complessi, è invece lo Sportello dell’Edilizia e il modulo organizzativo della Conferenza di servizi.
Il primo perché il responsabile sarebbe supportato, e sono queste le paventate ragioni di una eliminazione tou cur della Commissione edlizia, da uno staff competente e stabile, che darebbe quella giusta garanzia di ponderatezza e di completezza istruttoria; il secondo come momento fisiologico e non più tappa eventuale ai fini dell’acquisizione degli assensi necessari per la definizione dei procedimenti.
Di non facile soluzione sarebbe la scelta del Presidente della Commissione, eliminando il Sindaco e o un suo delegato, posto che il responsabile del servizio sarebbe incompatibile, in quanto, mal si concilierebbe con il fatto che renderebbe a se stesso un parere.

3) Obbligo di non aggravare il procedimento : articolo 1, comma 2 della 241/90
Il terzo aspetto è legato all’obbligo da parte della Pubblica amministrazione di non aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell’istruttoria (cfr art.1, comma 2 della legge 241/90)[4].
La consultazione di commissioni, organismi e comitati è stata considerata un aspetto che nell’ambito del procedimento va attenzionato in modo particolare ai fini dello snellimento e della semplificazione dell’iter.
Invero l’articolo 16 della legge 241/90 fissa termini perentori agli organi consultivi, ovvero 45 gg per esprimere i pareri, termine che può essere interrotto una sola volta e per finalità di acquisire nuove valutazioni e ciò lascia intendere che la presenza di organismi consultivi non può essere considerato un momento per rallentare e strumento per rallentare l’attività amministrativa[5].
Indubbiamente il governo del territorio e le dinamiche sottese, implicando diversi e contrastanti interessi in gioco, è un ambito complesso le cui valutazioni molte volte richiedono considerazioni a più voci ma ciò come suggerito sopra può essere colmato con applicazioni di moduli organizzativi quali lo Sportello dell’Edilizia che vede coinvolti nell’attività istruttoria e di valutazione una molteplicità di competenze ed di professionalità imprimendo altresì un elemento di modernizzazione e di rinnovamento organizzativo, caratterizzato da trasparenza e da imparzialità.
Il rinnovo della commissione edilizia, così come richiesto dall’articolo 4 del TU sull’edilizia, non può trovare fondamento in un regolamento edilizio approvato antecedentemente alla normativa di riferimento, ma la questione va affrontata, semmai, in sede di adozione di un nuovo regolamento edilizio che tenga conto della normativa di portata generale di cui sopra sia negli aspetti formali che sostanziali.
Nella parte in cui il regolamento disciplina la nomina della Commissione edilizia è da disapplicare perché l’articolo 4, comma 3 non considera la commissione, nell’ipotesi in cui essa sia stata prevista dall’Ente, come organo consultivo il cui parere deve essere sempre e per tutte le istanze richiesto, deve essere circoscritto l’ambito di intervento e ciò può avvenire attraverso una modifica del regolamento edilizio.

Considerazioni conclusive

Le argomentazioni prospettate conducono a ritenere che : la normativa di riforma economico- sociale della Repubblica[6], avente portata generale, è applicabile in quanto tale anche alle regioni a Statuto Speciale[7]. Il rinnovo che si volesse operare della Commissione edilizia, comporta non poche difficoltà perché, pur essendo essa prevista in un regolamento vigente, quest’ultimo risulta non avere tenuto conto delle disposizioni del nuovo T.U, perché approvato, ovviamente, in data antecedente, quindi ricorre l’ipotesi di norma sopravvenuta a cui il regolamento deve adeguarsi ( articolo 4 del T.U. Edilizia) e ciò inevitabilmente condurrebbe alla disapplicazione del regolamento stesso in questa parte; infine mal si concilia l’attuale regolamento con la limitazione degli interventi al funzionamento della Commissione edilizia prevista dall’articolo 4, comma 2 e cioè non “indica gli interventi sottoposti al preventivo parere della Commissione edilizia”, disposizione che ha voluto fortemente segnare un limite alla istituzione della Commissione edilizia, e che il legislatore ha volutamente introdurre, trattandosi di disciplina di riforma economico – sociale, inserita nell’ambito della più generale impostazione della semplificazione amministrativa a cui deve tendere la Pubblica amministrazione.
In altri termini, anche quando un Comune decidesse di inserire la Commissione edilizia all’interno del procedimento amministrativo per il rilascio della concessione edilizia, si devono circoscrivere gli ambiti di intervento e il suo operato non può essere generalizzato, ovvero, la commissione può esprimere il parere solo per gli interventi tassativamente indicati dal regolamento edilizio, e non sulla generalità delle istanze, come finora è accaduto.[8]
Pur non sottovalutando il fatto che, la complessità del contesto operativo e la collegialità della decisione può essere salvaguardata introducendo modelli organizzativi più funzionali, innovativi e moderni, prospettando una apertura dell’attività di rilascio delle concessioni edilizie proiettata verso l’esterno, come lo Sportello Unico dell’Edilizia, in tal modo abbandonando metodi e sistemi che sono evocativi di procedure ormai sulla via del tramonto.
Sottolinea il C.d.S :” Ciascun Comune potrà pertanto autonomamente definire l’assetto organizzativo dello sportello, così come quello degli uffici e delle strutture interne destinate a coadiuvare lo sportello unico in sede procedimentale. In questa ottica va letta l’eliminazione dell’obbligatorietà del parere della Commissione edilizia e la previsione del potere del Comune di individuare altre istanze consultive”.

Carolina Ferro
Segretario generale del Comune di Mazzarino


________________________________________
[1] Si veda anche il parere reso dall’Adunanza generale del Consiglio di Stato sullo schema di Testo unico dell’edilizia, reso in data 29 Marzo 2001.
[2] Vedi parere del Consiglio di Stato del 1999, in tema di nuovo assetto delle competenze e parere della Commissione speciale del Consiglio di Stato reso in data 13 giugno 2003 n°2447/03.
[3] Si veda il parere dell’Ufficio legislativo e legale 304.98.11
[4] Una sentenza del T.A.R palermo n°1291/95 è da ritenersi ormai superata stante che le riforme di cui si è detto sono state successive;
[5] Si veda a tal proposito sentenza del T.A.R del Lazio del 7 Marzo 2007 n°2218, l’impossibilità del funzionamento di una commissione edilizia che ha come effetto quello di paralizzare l’attività di un comune sine die non inficia un provvedimento di annullamento della concessione edilizia reso senza avere sentito la Commissione edilizia la quale invece aveva reso il parere in prima istanza. Ne consegue che correttamente ,sostiene il tar, il Comune preso atto della detta circostanza, ha ritenuto di potr procedere all’impugnato annullamento pur in assenza del parere della commissione edilizia.
[6] Legge 59/97,127/97 e Testo Unico sull’edilizia decreto legislativo 380/01 ;
[7] Cfr Sentenza della Corte Costituzionale n°314/2003 e 308 del 2006, che pur affrontando questioni diverse dall’urbanistica ed edilizia, riafferma il principio che le leggi Bassanini ed in modo particolare la n°59/97 rappresenta anche per la regione Sicilia Norma fondamentale di riforma economico – sociale.
[8] Cfr articolo 4 del Decreto legislativo 380/2001, comma 3."

Camillo Gioè ha detto...

Ma, in tutto questo, qual'è la posizione del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale? Avete sentore di un qualche sussulto, di una parvenza di reazione o vanno avanti come se nulla fosse, per niente infastiditi da queste "chiacchiere"?

MARTINODB ha detto...

Assoluto ghiaccio. Si sta comportando con una arroganza insopportabile. Un sindaco a cui non interessa cosa pensano i suoi cittadini e che non si pone nemmeno il problema di aprire un dialogo merita indiscutibilmente la qualifica di arrogante. Quando poi questo dialogo dovrebbe servire soltando per ripristinare un poco di legalità nella condotta dell'Amministrazione si evidenzia in quale stato di sudditanza siamo caduti.
Il mio stupore non viene alimentato dalla mancanza di reazioni di qualsiasi genere da parte dei consiglieri al servizio del re ma agli altri, a quelli che si definiscono opposizione.
Ho comunque ancora fiducia che qualcosa si muoverà nel corso della settimana.

Anonimo ha detto...

Provo meraviglia e quasi un certo disappunto misto ad amarezza nel constatare che nessuna collaborazione ed un qualsivoglia intervento propositivo o di qualsiasi natura sia pervenuto a questo tavolo di discussione da parte dei colleghi ingegneri assessori. Questo mi addolora profondamente e quasi vorrei sperare che non siano a conoscenza dell'esistenza di questo blog, ma capisco che è solo una pia illusione. Per non parlare poi dei colleghi liberi professionisti dei quali non sensto la voce. Voglio sperare che qualcosa avvenga, da parte mia come ho già detto, sono disponibile a dare il mio seppur modesto contributo.

MARTINODB ha detto...

Caro Franco, l'amarezza è davvero tanta, se me lo avessero detto avrei risposto che si sbagliavano perché in mezzo a tanti pensanti anche una piccola percentuale avrebbe fatto grandi numeri.
Non è stato così. Questo paese ha ancora bisogno del vecchio volantinaggio, delle proposte fatte faccia a faccia alla quale sembra brutto non aderire e che firmi per compiacenza.
Ma vedi, mi succede una cosa strana, non riesco ad essere amareggiato fino in fondo perchè alla fine quel che sta succedendo se da un lato mi lascia con la boocca amara dall'altro mi fa sentire bene.
Io mi guardo allo specchio e mi sento bene.
Io guardo i miei figli direttamente negli occhi e mi sento bene.
Continuerò a dire quello che penso e mi sentirò bene.
Forse vedrò il conto corrente languire, ingoierò una malox e mi sentirò bene.
Anche se in questo momento sono a letto con l'influenza, io mi sento bene.

Anonimo ha detto...

Caro Martino, ti auguro di rimetterti al più presto per continuare nella nostra azione di stimolo e proposizione. Per quanto riguarda l'aspetto economico non c'è da stare allegri, però ti posso confermare che anch'io in fondo mi sento sereno e fiducioso, consapevole di avere fatto sempre il mio dovere fino in fondo, senza mai approfittare di nessuno. Questo si che mi fa stare bene!!
Coraggio, ce la faremo!

Anonimo ha detto...

Si che ce la farete, Ragazzi, sono sicuro che questo è l'inizio Coraggioso di una piccola grande "Rivoluzione" che, a Castellammare, (sembra assurdo dire queste cose) vuol dire semplicemente iniziare a rispettare le leggi vigenti (non voglio credere a quello che scrivo...)!
Siccome un pò, devo dirlo si, ci credo anch'io, si mi sento coinvolto da questa voglia di cambiamento, allora vorrei con il vostro benestare darvi pubblicamente, dal mio modesto punto di vista, un piccolo grande consiglio:

io ritengo che, almeno per quel che riguarda le persone (penso in questo momento ai vostri colleghi, quindi ingegneri, architetti e anche geometri) di diretta conoscenza, più o meno approfondita, dovreste usare un mezzo comunicativo più "usuale" per la maggior parte delle persone...e cioè una bellissima telefonata serale a domicilio, chiedendo ai vostri carissimi amici e colleghi una loro collaborazione attiva, anche e in prima battuta nel blog, invitandoli a scrivere quel che pensano.
Ebbene credo che solo in questo modo potreste essere sicuri del fatto che "sanno" e tacciono; in caso contrario non avrete mai la reale certezza e non potrete essere mai davvero sicuri al 1000 per 1000 che quelle persone, pur sapendo, amino la situazione presente e non desiderino mutarla.

Dico questo perchè, pur ribadendo MIO MALGRADO la totale mancanza di serie aspettative lavorative nel luogo in cui sono nato, non voglio credere (e anche se volessi farlo non ci riuscirei) che tutti sappiano e tacciano senza muovere un dito (nel vero senso del termine: agire con il ditino sulla tastiera del PC per scrivere due righe, con NOME e COGNOME).

Detto questo, l'errore più GRANDE che potreste fare è mandare tutto per aria SOLO perchè chi di DOVERE non vuole sentirvi.
Capisco l'amarezza e lo sconforto, ma si sa, i VERI problemi nella vita sono altri, quindi siccome avete la salute fisica per farlo, unitevi insieme (ricordate, l'unione fa la forza e, a Castellammare, fa evitare ritorsioni personali) e andate DE VISU dal sindaco il quale, essendo una persona corretta, trasparente e sincera, vi riceverà di certo con piacere e finalmente vi darà le risposte che VOGLIAMO. LE risposte che vorrebbe anche chi non riesce a non tacere; le risposteche vorrebbe anche chi si firma anonimo (che è la stessa identica cosa di tacere, e su dai...tanto vale che non dici nulla no?? Se non hai il coraggio di scrivere chi sei, non credi in quello che scrivi, questo è palese).

Con affetto,

Riccardo Gioè

MARTINODB ha detto...

Ciao Riccardo,
per ora sono in malattia quindi non mi stacco per lunghi periodi dal blog, dovrei ricominciare a pensare un poco di più al lavoro ma in questo momento non riesco a pensare ad altro che a questa iniziativa perché ho una grande responsabilità, aldilà dell'oggetto specifico della richiesta odierna, se tutto svanisse in una bolla avrei fatto un danno rilevantissimo alla nostra piccola collettività perché avrei dato conferma agli indecisi che è meglio stare zitti perché tanto contro il potere non puoi fare nulla.
Diarioelettorale ha fatto un commento che mi ha particolarmente colpito perché ritengo che dica il vero: "Il pregio e il difetto di questa iniziativa è quello di non avere una organizzazione alle spalle"
A me piace quel pregio e mi piacerebbe ancora di più che l'organizzazione nascesse spontanea e non guidata perché i condottieri prima o poi sgarrano.
Il tuo consiglio è indiscutibilmente giusto ma ha un neo. Rischi di mettere in imbarazzo qualcuno e mi sembrerebbe di fargli violenza.
In ogni caso l'ho già fatto e pian piano continuo a farlo ma solo con alcuni che a mio parere potevano essere sulla stessa lunghezza d'onda della petizione.
Se la cosa è valida non potrà non camminare con le gambe di ciascuno di noi.
Ciao

Anonimo ha detto...

Leggendo i commenti su questo blog ho notato un particolare che vorrei sottoporre anche alla tua riflessione caro Martino: ho notato cioè che la discussione si è finora sviluppata tra te, che sei giustamente il proponente l'iniziativa, ed io, mio figlio Riccardo e mio fratello Camillo.
Che meraviglia!!! Lascio a te ogni commento.
Ciao, rimettiti presto.
Franco.

MARTINODB ha detto...

Quello che noi giudichiamo importante non necessariamente riceve lo stesso gradimento da tutti. Io ritengo che questo argomento della C.C.E. è di assoluta importanza ma dobbiamo avere la pazienza di aspettare che qualche altro collega si accorga della grande potenza e comodità di questo mezzo e capisca che l'unico modo per cercare di costituire un movimento di categoria con un minimo di potere contrattuale è imparare a discutere in questa sede.
Non voglio però criminalizzare chi non la pensa così. Io sono un pantofolaio e mi va bene, mi accontento di intrattenermi con altri pantofolai e poi trovo che in pantofole si ragiona meglio.