mercoledì 30 dicembre 2009

ANCORA BLOCCATE LE VARIAZIONI D'USO

Coerentemente con i metodi approssimativi che si usano nella maggioranza degli uffici pubblici che operano a Castellammare, da qualche mese circola nei corridoi dell'Ufficio Tecnico Comunale la -teoria- che per un edificio condonato con regolare concessione in sanatoria non possa essere concessa la variazione d'uso ma non viene in alcun modo detto in base a quale disposizione di legge.
Ma intanto rimangono bloccate illecitamente tutte le richieste più quelle che non presentiamo in quanto sconsigliati dai funzionari.
Non essendo riuscito ad ottenere alcun riferimento normativo stò cercando di farmi una idea e non trovo assolutamente nulla che possa avallare questa -teoria-.
Trovo invece facilmente alcuni riferimenti che vanno nel senso opposto come questo parere dell'Assessorato Territorio ed ambiente - Direzione urbanistica (che trovate a questo indirizzo):

http://www.artasicilia.it/web/circdru/quesiti/q199.htm


oppure una circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 7 agosto 2003, n. 4174, che si riferisce esclusivamente agli interventi di demolizione e ricostruzione, ma che afferma un principio generale in modo chiarissimo e precisamente:

prime righe del paragrafo 4.3

- ..............., la procedura di sanatoria comporta l'equiparazione delle costruzioni abusive a quelle legittime, ........-.

Ma è possibile che si continui sempre ad applicare la cultura del -No- lasciando al cittadino l'onere di dimostrare il contrario?
Non bastano le leggi complicate e inutilmente ed esageratamente negazioniste? Perchè ci dobbiamo fare del male con interpretazioni forzate?

Restano comunque ancora irrisolte innumerovoli altre questioni come:

- la dimostrazione della liceità dei fabbricati esistenti;
- il cosa si intende per -immobili vincolati ai sensi della legge 1° giugno 1939 ecc..............;
- le così dette -zone bianche- del Piano Regolatore;

e moltissime altre cose che, quando stabilite, dovrebbero essere pubblicizzate e messe a disposizione di tutti in modo trasparente perché da quel momento devono diventare norma valida per tutti.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono un semplice cittadino di questo paese che ha avuto bisogno di recente di sbrigare una pratica all'ufficio tecnico ed un'altra ancora devo sbrigare. Non immagina signor sindaco quanti bocconi amari ho dovuto ingoiare da parte dell'ufficio, che secondo me non ha una linea da seguire ne delle diretive adeguate. Sia io che il mio tecnico siamo andati ad elemosinare quello che dovrebbe essere un diritto del cittadino, ossia gli uffici dovrebbero indirizzare e i liberi professionisti sul da farsi, e gli stessi utenti dovrebbero sapere a cosa vanno incontro. Io pensavo che fosse il mio tecnico a non avere le idee chiare, ma ora mi vado convincendo che non esistono regole certe, forse perchè fa comodo ma non so a chi, sicuramente tutto questo si tramuta in un aggravio di spese per il cittadino per le troppe richieste da parte dell'ufficio. Non si sa se l'ufficio vuole indirizzare o meno l'utente. Sono daccordo con l'ing. Di Benedetto, regole certe ma per tutti. Non entro nel merito dei fatti specifici perchè non sono un esperto del settore. Auguri di buon anno a tutta la cittadinanza ed al signor sindaco.

Anonimo ha detto...

fare qualche ricorso no? Di che avete paura se siete nella ragione? Andatevi a leggere la legge sulla semplificazione amministrativa. Finchè nessuno avrà il coraggio di ribellarsi a questo sistema non cambierà nulla. Anche i cittadini devono fare la loro parte, non è soltanto compito dell'amministrazione.

MARTINODB ha detto...

Fammi capire.
Tu stai affermando che il sistema va bene com’è?
L’amministrazione nega sempre e il cittadino, se ha ragione, ricorre? Ma hai una vaga idea di quanto costa un ricorso al TAR, quanto tempo ci vuole e quante volte lo devi fare visto che nasce una contestazione al giorno?
Quindi apertura al dialogo da parte dell’amministrazione no, ricorso si.
Visto che parli della semplificazione amministrativa forse ti riferisci al ricorso presentato alla stessa amministrazione e allora provaci, ho constatato personalmente che non rispondono nemmeno alle raccomandate con ricevuta di ritorno.
Dirai: se hai ragione denunciali per omissioni di atti di ufficio.
Ti rispondo: O sei troppo giovane oppure sei impiegato. Se vuoi arrivare alle denuncie devi essere disposto a perdere tutto per andare contro un sistema drogato e se ti venisse l’idea di farlo non puoi essere solo. Il mio logo è il Don Chisciotte ma non sono del tutto pazzo, credo di sapere quando è il caso di fermarmi o rallentare.

Anonimo ha detto...

Legge 241/90. Esistono molti strumenti a tutela dei cittadini, ma se questi non li usano allora le cose resteranno per sempre così. Un paragone azzardato: finchè la gente non denuncia chi chiede il pizzo, non si può aspettare che sia sempre lo Stato ad intervenire. Con un paio di denunce ben fatte sono sicuro che i dipendenti nullafacenti si metterebbero in riga. Se poi manca il "coraggio" allora ci vuole pazienza. Non bisogna essere eroi per denunciare chi calpesta i propri diritti. Com'è che in tanti altri poosti d'Italia, le stesse leggi funzionano e da noi no?