martedì 5 maggio 2009

VINCOLATI A VITA.

Sono convinto che in democrazia la mia libertà cessa dove comincia quella della comunità.
Quando interviene la "Pubblica utilità" il privato deve fare un passo indietro.
Ci vogliono le strade, il verde, le attrezzature di interesse collettivo ed è giusto che qualcuno ceda le aree. Ma è anche giusto che chi si sacrifica venga remunerato dalla collettività, dovrà rinunciare al valore affettivo del bene ma non a quello venale.
Da sempre il cittadino è abituato a pensare che esproprio equivale a requisizione e a fregatura ma non è così che dispone la legge. La legge vuole che chi si sacrifica per il bene comune sia giustamente remunerato.
La legge vuole pure che non si rimanga vincolati a vita senza che le Amministrazioni si decidano ad effettuare l'esproprio e a realizzare le opere. La legge fissa un periodo massimo di cinque anni per attuare l'esproprio dei terreni vincolati dai Piani Regolatori dopodiché il terreno torna libero.
A Castellammare ci sono terreni vincolati dal 1979 (trent'anni) e gli amministratori non si decidono a realizzare le opere previste in quelle aree ne a pagarle.
Il cittadino non può rimanere vincolato a vita, la legge prescrive cinque anni ed un eventuale rinnovo dei vincoli E' UN ABUSO ED UN COMPORTAMENTO ILLEGALE perché elude la volontà della legge sugli espropri.
I PROPRIETARI DEI TERRENI INTERESSATI DAI VINCOLI DI ESPROPRIO DOVREBBERO RIFLETTERE SULLA LORO POSIZIONE DI INGIUSTA IMPOSIZIONE.
I Piani Regolatori sono essenziali per lo sviluppo di un comune ma è profondamente ingiusto che alcuni privati godano dei guadagni (anche notevoli) e altri ne paghino i costi.
Il problema è grave ma può avere soluzioni oneste, basta dimenticare la logica dell'arricchimento privato a spese del pubblico e di pochi fessacchiotti espropriati.

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